Sa come si fa: Goran Pandev è l’unico giocatore del Napoli ad aver vinto lo scudetto, con l’Inter del triplete. «Ma non ho segreti da svelare ai miei compagni. Mazzarri ci ha già dato la mentalità vincente. Posso solo aggiungere che il nostro allenatore non sbaglia, quando dice che bisogna concentrarsi su una partita alla volta, senza calcoli. Alla fine vince sempre chi ha fatto più punti». Stasera ce ne sono in palio altri tre, nell’anticipo contro la Lazio alla stadio Olimpico, dove gli azzurri si presentano dopo due giorni di ritiro a Roma con almeno cinquemila tifosi al seguito e soprattutto con le idee chiare. La formazione è fatta: l’unico ballottaggio è tra Mesto (favorito) e il convalescente Maggio. Gli altri titolarissimi ci sono tutti e vogliono osare. «Questa sfida è una tappa cruciale, per noi: vale molto di più di uno spareggio per la Champions. Dobbiamo vincere per mettere pressione alla Juventus e dare un segnale forte a tutto il campionato»
Giù la maschera, Goran Pandev: il Napoli punta allo scudetto? «A questo punto vogliamo provarci: i bianconeri sono fortissimi, ma per il secondo posto non firmiamo più. L’ideale sarebbe arrivare a pari punti in classifica allo scontro diretto contro la Juve del 1° marzo. Poi sono proprio curioso di vedere al San Paolo che succede».
Intanto c’è la Lazio, però. «Giusto, pensiamo a una partita alla volta. La Lazio è una squadra forte anche senza Klose e dopo due sconfitte di seguito avrà voglia di prendersi una rivincita».
Di motivazioni speciali ne avrà anche lei, da ex. «Per me la partita contro la Lazio è molto importante e sentita, anche dal punto di vista personale. A Roma ho passato degli anni bellissimi e ho lasciato tanti amici, dando sempre il massimo per quella maglia. Ma non so come mi accoglieranno i tifosi: sono sempre imprevedibili».
Finì maluccio, in effetti: prima la causa per mobbing e poi l’addio. Cerca una vendetta, Pandev? «Con Lotito non mi sono lasciato bene, sono stati i sei mesi più difficili della mia vita e della mia carriera. Ma ormai è acqua passata, su quella storia non voglio ritornare più».
È più felice, a Napoli? «Sono molto felice. Nella scorsa estate avevo ricevuto tante offerte, ma restare a Napoli è stata la scelta giusta. Mi trovo benissimo sotto tutti i punti di vista. Faccio parte di un gruppo super: l’unità dello spogliatoio e Mazzarri sono i nostri punti di forza
Pensa anche lei che Mazzarri sia lo Special One italiano? «Mazzarri è un grandissimo allenatore: non fa lo stesso gioco di Mourinho, ma sul piano della personalità e del carisma gli è davvero molto vicino. Adesso non gli resta che cominciare a vincere e sono sicuro che ci riuscirà: è pronto per lo scudetto».
E la squadra? Anche il Napoli è pronto per lo scudetto? «Cavani e Hamsik sono due giocatori formidabili, sullo stesso livello di Eto’o e Milito nella stagione del triplete con l’Inter. Anche questo Napoli ha un attacco fantastico. I nostri due top player stanno facendo la differenza».
È andato via Lavezzi e il Napoli è diventato più forte: se l’aspettava? «È vero: abbiamo 15 punti in più in classifica, senza Lavezzi. L’anno scorso, però, avevamo obiettivi diversi e il Napoli spese tanto anche in Champions e in Coppa Italia, vincendola. La mancanza di un campione come il Pocho si sente, ma noi siamo stati bravi a non farla pesare troppo»
E se a fine stagione parte anche Cavani? «Per Cavani il discorso è diverso: ce ne sono pochi in giro come lui, è un attaccante che segna sempre e spero che resti con noi ancora per tanti anni. I campioni come lui non si devono vendere, soprattutto se il Napoli vuole puntare in alto e vincere. Ma è una scelta che faranno a fine stagione Edi e la società, io non posso entrarci. Devo pensare solo a dare il massimo».
Con la sua Macedonia è appena tornato al gol, in settimana. «Il gol mi mancava tanto, sbloccarmi è stato importante soprattutto per la fiducia. Le amichevoli in Nazionale non sono il massimo per la preparazione fisica e ho dovuto rinunciare a qualche allenamento, ma sono rientrato alla base ancora più carico».
È pronto per sbloccarsi anche con il Napoli? «Posso ancora migliorare tanto e magari segnare un po’ di più, anche se il mio mestiere non è mai stato quello del cannoniere. Se lo ricordano pure alla Lazio: Pandev gioca sempre per la squadra»
Fonte: Marco Azzi per “Repubblica”
La Redazione
C.T.
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