E sono sei, sei gol in campionato. Il quarto tenore non ha tradito: un gol per tenere in piedi il Napoli, un gol per agguantare il momentaneo pareggio, per riaccendere la speranza. Si era guadagnato anche un rigore, la spallata di Cana andava punita, ma l’arbitro ha lasciato giocare commettendo un errore. Goran Pandev c’è, Cavani non segna, ci sta pensando il macedone. Ha colpito nel suo vecchio stadio, davanti ai suoi vecchi tifosi. Ha sfogato la sua rabbia, aveva un conto aperto con il presidente Lotito, l’uomo che lo mise ai margini e col quale intraprese una battaglia legale. Pandev è il più fresco dei bomber a disposizione di Mazzarri, avrà più spazio d’ora in avanti, è più di una sensazione. Gli altri attaccanti sono poco luicidi, sono tanto sfortunati. Lavezzi non può fare tutto da solo, Hamsik ieri si è sacrificato, la condizione di Cavani è scadente. Il Napoli, all’improvviso, s’è ritrovato scoperto e spuntato, per fortuna è uscito fuori Pandev. Quando il tecnico l’ha chiamato in causa, lui s’è meritato la stima e la fiducia. Pandev dovrà essere l’uomo in più da qui al termine della stagione, è fresco, è pimpante, è il più riposato dei colleghi. Ha realizzato sei gol in questa serie A, non sono tantissimi, ma per uno che ha giocato poco rappresentano un buon bottino.
LA CORSA – A Roma ha sfruttato un assist al bacio di Lavezzi, ha bucato Marchetti alla prima chiara occasione. E’ stato lesto nel trovare lo spazio giusto, nel mirare l’angolino giusto. Pandev ha questi colpi in canna, sognava una notte speciale, per sé e per il Napoli. I laziali l’hanno criticato per l’esultanza, per il modo in cui ha urlato la sua gioia, si sono sentiti offesi. Cosa doveva fare, Goran? La Lazio l’ha lanciato in orbita, ma l’ha anche trattato male. Si è preso una rivincita personale, ma non ha potuto brindare al successo. Il gol non è servito per salvare il Napoli ed è per questo che il macedone ha lasciato lo stadio dispiaciuto. Era carico, era determinato, voleva lasciare il segno, ci è riuscito. Pandev si ricaricherà nelle prossime ore, contro l’Atalanta dovrebbe ripartire dal primo minuto. C’è bisogno di gente fresca in questo momento, c’è bisogno di Pandev, della sua classe, del suo talento, delle sue magie. Ha riposato di più rispetto ai colleghi, vuole chiudere alla grande la stagione, la sua prima sotto al Vesuvio.
LA DIFESA – Non può bastare solo Pandev, c’è bisogno dell’aiuto di tutti, soprattutto là dietro. L’attacco segna col contagocce e la difesa prende acqua. Nelle ultime sei partite totali il Napoli ha preso 17 gol, sono troppi. Ne ha beccati tre dalla Lazio, tre dalla Juventus, due dal Catania e due dall’Udinese, quattro dal Chelsea e tre dal Cagliari. Mazzarri deve correre ai ripari, la coperta è troppo corta. Il Napoli è in crisi perché nelle due fasi di gioco sta accusando problemi. E’ vero, le prestazioni ci sono, ma il momento va analizzato. La squadra è stanca, gli infortuni sono pesanti e stanno complicando i piani. Contro l’Atalanta, mercoledì prossimo, mancheranno Cannavaro e Britos, sono stati ammoniti, erano in diffida, non saranno a disposizione (Zuniga deve scontrare la seconda giornata di stop). Il tecnico livornese dovrà inventarsi qualcosa, al Napoli serve un riscatto immediato. La Lazio è scappata, ma sarà di scena a Torino contro la Juventus. I tifosi napoletani stanno soffrendo, avevano riempito lo spicchio di curva a loro riservato, hanno cantato sino alla fine all’Olimpico. I tifosi del Napoli non abbandoneranno mai la squadra, non abbandoneranno mai la corsa alla Champions League. La speranza è l’ultima a morire, adesso puntano tutto su Goran Pandev. Il quarto tenore, molto di più di un’alternativa. Sa cantare, ma ha bisogno di un’orchestra vera che lo assista.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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