He’s back: perché quando il gioco s’è fatto (seriamente) duro, Pandev s’è rimesso a fare il Pandev. Il passato ormai non torna e ciò che resta di quel quadrimestre terribile, in cui la rabbia & l’orgoglio rimanevano a galleggiar nell’ombra, è una diapositiva ingiallita che pare la sintesi del secolo scorso: riecco Goran Pandev, quel talento (talvolta) indecifrabile divenuto il soggetto del desiderio di Mourinho (all’Inter) e di Mazzarri (al Napoli), il top player ringiovanito da una crisetta esistenziale presa a a spallate con quattro reti in sei partite e autografi pesanti. « Era importante vincere e ci siamo riusciti. Questi sono tre punti fondamentali che terranno a distanza le inseguitrici. Manca poco più di un mese alla fine del campionato, non è ancora deciso niente ma ».
SUPER PANDEV – Poi, all’improvviso, s’è riaccesa la luce: e in quei lampi (d’ira) s’è rivisto il Pandev del triplete, il Pandev da sette milioni di euro, il Pandev invocato a gran voce e però ingabbiato senza un perché. Pescara-Napoli è la sintesi di una resurrezione annunciata con il tap in del 17 marzo scorso, all’Atalanta, la zampata d’un leone che vale tre punti e ricaccia via i fantasmi di una settimana resa insostenibile dagli schiaffi della fatal Verona; ma in quel valzer della punta che aspetta il cross di Maggio, lo governa, lo esalta disorientando Cosic, c’è poi l’istinto d’un bomber che aveva (innanzitutto) il compito di occultare l’assenza di Sua Maestà: « Lasciate perdere, perché è Cavani il vero bomber, il nostro bomber: ci è mancato, la squalifica si è fatta sentire, ma noi lo aspettiamo con l’Inter e, garantisco, sarà fondamentale come sempre ».
RESTATE QUA – Fatta, (praticamente) già fatta: e in quel maggio che bussa alla porta della Champions, c’è tanto altro ancora da scoprire, c’è un Napoli da definire, ci sono desideri da lanciare in aria come petali di rosa e speranze affidate a Mazzarri & Cavani, la «santa coppia» invocata con rispetto assoluto dei ruoli: « E’ evidente che restiamo concentrati su queste quattro gare, perché vogliamo a tutti i costi il secondo posto. Ma intuisco dove volete andare a parare: io spero che restino tutti e due, perché se vogliamo fare sempre bene abbiamo bisogno di uomini forti ».
LA SEQUENZA – Ciak, si (ri)gira il copione, si ribalta la scena, si ritrova Pandev: gol all’Atalanta, ma anche al Genoa per dare il via al 2-0 di Fuorigrotta, e la toccata di giustezza al Milan, per un pari che vale triplo: « Vista al fischio finale, sembra una gara senza storia. Ma invece è stata dura e lo sono tutte le partite in cui sei costretto a vincere. Abbiamo avuto sfortuna nel primo tempo, poi siamo venuti fuori alla distanza. Peccato aver perso punti importanti contro Sampdoria e Bologna, avrebbero fatto comodo per alimentare altre aspirazioni. Al Napoli manca semplicemente la continuità, per sentirsi in corsa per lo scudetto. Ma ora cerchiamo di blindare questo secondo posto. Teniamo duro ».
I QUATTRO TENORI – La notte è fatta per segnare: e in quell’Adriatico che spalanca (quasi definitivamente) dinnanzi al Napoli le porte della Champions, c’è un Pandev in più, c’è un bomber rinato dalle «ceneri» di se stesso, c’è quel genietto che ha fatto ammattire prima Mourinho e poi Mazzarri e che va incontro all’Inter aspettando il proprio Re Mida per togliersi gli ultimi sassolini che restano in quelle scarpe magiche: « Aspettiamo Cavani, ovviamente. Insigne è un grande, anzi un grandissimo giocatore, tecnicamente assai forte. Ma Edi fa la differenza e lo sappiamo tutti. Ha già segnato tanti gol decisivi ». L’unione fa la forza.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
