Benvenuta vittoria. Cioè, Alice Vittoria. La primogenita del terzo portiere, Colombo. « Mia figlia è nata proprio la notte della finale. Un quarto d’ora dopo il mio arrivo a Milano: è stata una cosa incredibile, passare da una gioia a un’altra, e così ho deciso di chiamarla Alice Vittoria, in onore della coppa! Anzi, lancio una proposta a tutti i tifosi del Napoli: date Vittoria come primo o secondo nome a tutte le neonate del 2012!».
IL POKER – Comincia così, con una storia nella storia bella forse più del trionfo stesso, il racconto del giorno dopo. Con qualche flashback del giorno stesso, però, perché in realtà tutto è nato sul prato dell’Olimpico. Annaffiato dai fiumi di lacrime del Pocho e soprattutto di De Sanctis, che ha coronato un sogno da tifoso. Grande. E poi? Di tutto, di più. Da Roma a Napoli: con il delegato azzurro alla sicurezza, Luigi Cassano, che coordina il rientro e il giro celebrativo sul pullman insieme con le forze dell’ordine. Poi, dediche a go-go. A scelta? Quella di Pandev, che dopo la vittoria di domenica è ormai ufficialmente l’uomo del poker: quattro Coppe Italia consecutive, nel suo carnet (Lazio e doppia Inter, nei tre anni precedenti). « Sì, ma questa è stata la più bella! E la voglio dedicare a mia moglie, ai miei bambini e a tutti i tifosi napoletani». E anche a suo fratello Sasko, magari, che prima di lui ha conquistato la Coppa di Macedonia con l’FK Renova.
FASCIA TRICOLORE – Storie di giocatori e di cittadini. Il primo napoletano, cioè il sindaco Luigi de Magistris, festeggia così ai microfoni di Radio Goal: « Abbiamo vissuto tutti un’emozione molto forte, la gioia è immensa: per il Napoli e per la città. Questo connubio è destinato a procedere e a favorire ancora la crescita collettiva. De Laurentiis, che a breve incontrerò per affrontare una serie di discorsi, tra cui quelli relativi allo stadio, sta facendo grandi cose: è cominciato un ciclo vincente, e anzi dico che il Napoli potrà anche vincere presto lo scudetto». Fascia e tricolore.
VIZIO DI FAMIGLIA – Bianco, rosso e verde. Colori che fungono da filo conduttore da un padre, Albertino, a un figlio, Riccardo. Bigon: « E’ bello che la tradizione vincente legata al nostro nome continui», dice sorridendo il d.s. azzurro. « Questo primo trofeo dell’era De Laurentiis mi ripaga di tutto. Sono immensamente felice».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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