Presa per mano da un Pandev non eccelso dal punto di vista atletico ma, come sempre, pulito ed illuminante, la Macedonia sfiora il colpaccio: a Skopje già dal 16′ prende forma (l’ahinoi effimero) sogno di ribalta macedone con Agim Ibraimi, talentuosa ala destra che, servita al bacio da Ristic, riesce a portare avanti i suoi e ad insaccare alle spalle dell’incolpevole Pletikosa. Allo Stadio Filippo II sembra di star vivendo una favola già scritta ma, anche le fiabe, per antonomasia racconti a lieto fine, a volte devono fare i conti con la dura e cruda realtà e così la Croazia, grazie a due regali dell’allegra (per non usare altri eufemismi) difesa dei rossi: prima il non rapidissimo difensore centrale croato Corluka ha tutto l’agio di stoppare comodamente un angolo di Rakitic dalla sinistra (33′) ed insaccare a tu per tu con il povero Bogatinov, poi, mezz’ora dopo, lo stesso Rakitic, specialista dei calci piazzati croati, trova un inaspettato jolly dalla trequarti con un tiro-cross non irresistibile che, comunque, trova impreparato il questa volta non eccelso estremo difensore della banda-Toshak. Siamo al 60′ e, nonostante la buona volontà dei padroni di casa, il risultato non subisce variazioni: 1-2 e tutti a casa. La Macedonia si è praticamente suicidata dinanzi ad una Croazia non bellissima da vedere, ma quantomeno solida, sorniona e cinica. Per l’azzurro Goran Pandev 90′ minuti in campo e buone indicazioni, specie dal punto di vista del carattere, purtroppo per lui, però, non tutti i suoi compagni (specie se si parla dell’applicazione della fase di non possesso) possono vantare la sua grande esperienza, vedi i due regali alla compagine croata. Per gli uomini di Toshak, nonostante la matematica non condanni ancora (siamo solo alla terza giornata) la qualificazione ai prossimi Mondiali di Brasile sembra un sogno quasi inarrivabile: dopo 3 gare il magro bottino de “La Legione di Alessandro” è di un misero punticino.
A cura di Mirko Panico
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