Sono proprio giorni di m…. Sì, perché mentre infiamma la polemica sulla parolina di cinque lettere allegramente pronunciata dai bambini nelle curve dello Juventus Stadium, all’Olimpico di Roma, Goran Pandev celebra il suo pesantissimo gol in Lazio-Napoli gridando a gran voce la stessa parolina (rivolta, a quanto pare, nei confronti del suo ex presidente Claudio Lotito). E se non si può escludere che Pandev si sia ispirato ai bambini, forse è più logico ipotizzare che i bambini prendano esempio da Pandev e alcuni suoi colleghi. E Pandev, ovviamente, è solo un esempio, il più recente, quello con un tempismo praticamente perfetto sull’argomento del giorno (ecco perché lo citiamo, mica ce l’abbiamo con lui).
Così, nel giorno dei moralismi più stucchevoli, delle polemiche più capziose, delle reprimende più miopi, l’insulto in diretta tv del macedone è l’immagine perfettamente riassuntiva del problema. Quanti bambini hanno visto Pandev ieri sera? Quanti di loro inizieranno a pensare che se un bravo calciatore, uno che fa gol e fa vincere la propria squadra, dice quella parola significa che pronunciarla è giusto, bello e fa anche molto figo?
Se l’esempio che ricevono dai grandi e, in primis dai protagonisti che più amano e quindi imitano, è sbagliato, non si può pretendere che il loro comportamento sia giusto. Non si può sminuire il significato positivo di un’iniziativa che porta 12.200 bambini allo stadio perché questi intonano in coro la famosa parolina. Se davvero si vuole costruire un calcio migliore bisogna riportare i bambini allo stadio e mostrare loro dei buoni esempi. Altrimenti è meglio non scandalizzarsi troppo e non fare finta di ignorare cosa succede, ogni giorno, intorno a noi.
Fonte: Tuttosport.it
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