Terza vittoria consecutiva, secondo posto consolidato: ora il vantaggio sul Milan è salito a quattro punti, una condizione sicuramente migliore per affrontare lo scontro diretto di domenica prossima al Meazza. Il Napoli supera il Genoa, squadra alla ricerca di punti salvezza e lo fa attraverso una prestazione convincente soprattutto in termini di personalità. Due gol, il primo di Pandev e il secondo di Dzemaili, un altro spunto molto pericoloso di Pandev, una serpentina irresistibile di Hamsik tra i difensori genoani frenata solo da una grande parata di Frey, altre improvvise fiammate azzurre. Primo tempo convincente, anche se con qualche leggera incertezza in fase difensiva. Il Napoli contro il Genoa di Ballardini riconferma velocità e brillantezza nei suoi uomini chiave e così ogni volta che ha spazi davanti a sé diventa pericolosissimo. Hamsik è il geometra della squadra. Senza Inler, lo slovacco è il vero regista, quello che gioca un numero enorme di palloni e fa girare tutto il Napoli e tra l’altro lo fa in maniera molto più svelta dello svizzero. Pandev si piazza tra le linee, oppure si allarga, cerca e trova sempre con precisione i compagni e quando può punta direttamente la porta con il tiro. Cavani ha fluidità di corsa e tanta voglia, partecipa più del solito all’azione e non pensa solo in termini di finalizzatore: dà lui la palla a Pandev per l’1-0 del macedone (18′ pt) e avvia la ripartenza per il 2-0 di Dzemaili (28′ pt), ispirato nell’ultimo passaggio da Hamsik. E poi Dzemaili si conferma in gran forma, segna ancora il centrocampista dopo la tripletta di Torino e ha caratteristiche importanti perché è capace di lanciarsi con il tempo giusto negli spazi, oltre che di pressare con incisività sugli avversari.
Mazzarri conferma in difesa Britos a sinistra, nonostante gli imbarazzi di Torino e il difensore uruguaiano, soprattutto all’inizio, mostra ancora qualche incertezza nei disimpegni. A destra torna Campagnaro, anche lui un po’ a disagio a inizio partita ma poi determinato e prezioso negli anticipi. Tocca spesso a Cannavaro riparare all’ultimo momento, anche se in qualche circostanza pure il capitano viene tagliato fuori pericolosamente. A sinistra la novità Armero che si fronteggia con Jankovic, a destra Maggio fa duello alla pari con Antonelli. Il Genoa non pensa solo ad arroccarsi in difesa, anzi prova a far girare il pallone e a distendersi, lasciando addirittura qualche spazio di troppo nelle ripartenze, arma preferita del Napoli. Il primo tentativo è proprio del Genoa con Bertolacci (2′), neutralizzato con una parata sicura e spattacolare da De Sanctis, tornato dopo l’infortunio di Torino e che carica i tifosi della curva prima del via.
Il Napoli gioca con pazienza, aspettando il momento per far male, compito che tocca soprattutto all’ispiratissimo Pandev, risvegliatosi in primavera dopo il lungo letargo invernale. L’ex interista quando si esprime su questi livelli è il top player indicato da Mazzarri, capace di trovare sempre la posizione giusta per ricevere palla e molto ispirato nel darla al compagno libero, tutto questo con una buona velocità di base, a conferma di una ritrovata condizione atletica. Condizione atletica migliore di tutti gli azzurri, più brillanti nel breve, negli anticipi e negli uno contro uno.
Nella ripresa si riparte più o meno con la stessa situazione e con Cavani carico alla ricerca del gol per avvicinarsi nel più breve tempo possibile al traguardo dei cento gol in maglia azzurra. Il Matador va via sul lato sinistro della difesa del Genoa, fa fuori un paio di difensori in dribbling e trova soltanto un super Frey a negargli il gol. Gol che cerca con la stessa caparbietà Hamsik, fermo da due mesi, dal match contro il Catania, e alla ricerca della doppia cifra. Sono proprio l’uruguaiano e lo slovacco a provarci con insistenza lanciandosi negli spazi e bersagliando Frey da tutte le posizioni. Cavani si fa parare anche un calcio di rigore, un altro errore dal dischetto, unica situazione nella quale il Matador non è infallibile. Poi, Frey gli nega due volte (37’ e 43’) il gol, prima (45’) dell’errore di mira da buona posizione. Chiusura con la parata di De Sanctis su Immobile.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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