Piccole, piccole, così. Il paradosso d’un quadrimestre indecifrabile, un viaggio paradossale sulle montagne russe, è nel gelo d’un pareggio che s’avverte sulla pelle e stravolge i piani: il Bologna, stavolta,e però prima – in ordine sparso – il Parma, la Fiorentina, il Chievo, il Catania e il Cagliari in casa loro. Piccole, piccole, così: che messe assieme diventano un rimpianto gigantesco stampato sul volto d’una squadra intera. « Lo sapevamo che era difficile.. .». Al novantunesimo, la classifica è un dettaglio, un fogliettino che sfila via nel vento prepotente d’una nottata gelida, e non ci sono sogni da cullare nell’amarezza di Goran Pandev, nei suoi occhi che si perdono in quel pareggio inutile, anzi fastidioso: « Perché noi volevamo vincerla, questa partita ». Napoli 1, Bologna 1 e si ricomincia con la storiella, quella ninnananna che allontana il riposo al termine di serate così, nel San Paolo prodigo per gli avversari e terribilmente indigesto per il Napoli, alle prese con un muro da scalare come pareti dell’Everest: « Perché quando vengono qui a difendersi, e trovano un gol, diventa tutto più complicato. Però va anche detto che abbiamo dovuto fronteggiare una bella squadra. Peccato, noi chiedevamo altro a questa gara ».
ORA IL PALIO- E’ finita e non c’è altro da fare che ripiegare i discorsi su ciò che potrebbe essere, un giorno, chissà: il terzo posto, vale a dire il passaporto per la Champions, è a distanza siderale, sette punti, e la Juventus, vabbè, un puntino bianconero disperso nell’orizzonte. « Ora pensiamo al Siena, ma dentro di noi siamo dispiaciuti, ovviamente. Volevamo vincere, volevamo questi tre punti da dedicare ai nostri tifosi ».
PROFONDO«Le squadre vengono qui a difendersi: se fanno gol si chiudono e per noi diventa tutto più complicato»
ROSSOBLU’- Si scrive Pioli, si legge però tabù: un anno fa, con il Chievo, vittoria a Fuorigrotta e bis al «Bentegodi»; e un anno dopo, stesso stadio e stesso maleficio. Stavolta è pari, ma il coltello che Pandev rigira nella piaga d’una partita tutto stress da rincorsa, è sintomatico: « Noi eravamo consapevoli delle difficoltà di questa gara e però ci abbiamo provato. Ci è andata male, subito, perché ci siamo trovati sotto. Sottolineo che abbiamo affrontato una bella squadra, che ovviamente è venuta qui a fare il suo gioco. Ma per noi era importante vincere ».
STOP & GO- Sei reti al Genoa, poi tre al Palermo, poi due al Cesena: una macchina perfetta, felicemente gioiosa, che a un certo punto s’è inceppata sul tap in di Hamsik – minuto tredicesimo- e che per rimettersi a girare vorticosamente ha avuto bisogno del rigore di Cavani. Napoli 1, Bologna 1, con tante notizie come contorno d’un pareggio che toglie il respiro a Pandev, quasi come il freddo polare e l’abisso che separa dall’Udinese, da chi sta avanti e che poteva essere riavvicinato. « Dobbiamo semplicemente concentrarci sul Siena e andare avanti. Il campionato è lungo, ma non è nostra abitudine sbilanciarci. Adesso, siamo solo amareggiati per il risultato, perché alla vigilia ci tenevamo a regalare un successo ai tifosi. Ma si è fatta dura ». E ora sembra durissima: c’è un’altra «piccola» che aspetta il Napoli al varco.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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