Cose da Pandev: e quell’esterno sublime che sa di Champions è la certificazione (ennesima) sull’identità d’un fuoriclasse. Cose da Pandev: perché il peggio è passato e le ombre d’un autunno malinconico, d’un inverno gelido come le cifre, restano semplicissimo materiale per l’archivio, imipigliate tra le reti da tre punti all’Atalanta e quel graffio che lascia il segno nella pelle del Milan, pure in quella del Napoli, con un «tatuaggio» che pare una coppa… «Ma no, non è fatta, ma questo secondo posto è meritato».
CHE GOL – Cose da Pandev: perché quando nasce l’azione, sull’out di sinistro, servono talenti autentici per «leggere» la giocata, per istruire quell’altro fenomeno ch’è Hamsik a girare – al volo – il taglio corto di Zuniga ed aprire quell’autostrada o persino le vie dei cieli verso l’Europa che vale. Milan 1, Napoli 1: e accade veramente una cosa da Pandev, d’una bellezza tecnica (e pure tattica) indiscutibile: e la materia grigia esplode impetuosamente in quell’istante che fa da collante tra Pechino e san Siro, tra le immagini simboliche d’un macedone finalmente allegro e spensierato. «Ho attraversato un momento difficile ed ormai è alle spalle. Ma c’è stato un periodo in cui non stavamo bene. Poi abbiamo cambiato il modo di giocare ed eccomi qua». Ladies and gentlemen, Goran Pandev, il top player che non t’aspetti, il signorotto del «triplete» che annusa l’erba di San Siro e ritrova – ancora – se stesso. «Ora mi sento benissimo, mi trovo benissimo».
E ORA… – Ci sono notti che racchiudono l’essenza del football: e la Scala del calcio è il palcoscenico ideale per mettere in gioco la Champions, per riscoprire l’autentico Pandev, per assaporare a piccole gocce certe prodezze che inducono all’ottimismo ad oltranza la Napoli già proiettata nel settembre da favola che sembra presentarsi all’orizzonte. «Dobbiamo difendere questa posizione e lo faremo con tutte le nostre forze. Ma sarebbe sbagliato pensare d’avere la qualificazione in tasca: era importante non perdere, per non far avvicinare il Milan, e il risultato è giusto. Ma noi dobbiamo far sempre meglio: perché possiamo diventare una grande squadra, una squadra ancor più grande» . Milan 1, Napoli 1: e ciò che resta di San Siro è quella luce che s’è accesa ad oltranza, in quel bagliore d’un fuoriclasse che ora illumina la Champions e pare quasi accarezzarla. «Però adesso ci manca l’ultimo step per confermare tutto quello che di buono è stato costruito. Al mister non è piaciuto l’approccio? Ma Mazzarri non è mai contento… Però è indiscutibile che possiamo migliorare. Ma giochiamo bene» .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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