Vedi Napoli e poi… «Resti. Perché questo era il mio desiderio. Volevo rimanere qui a tutti i costi». La voglia matta conduce laddove trascina il cuore: e in quel San Paolo contagioso, con le notti magiche della Champions impresse nella pelle, la scelta di vita va al di là d’ogni altra valutazione e inchioda Pandev a quel macrocosmo affascinante, conservato gelosamente a prescindere. «A me non interessava l’aspetto economico ma quello ambientale: Napoli era la mia destinazione, lo era pure per la mia famiglia. C’erano anche altri club, è vero, ma il primo obiettivo è sempre stato questa maglia azzurra». Il cielo nella «sua» stanza è di un azzurro intenso e il quadriennio all’orizzonte è un’emozione inseguita con perseveranza, quasi «diabolicamente», evitando corteggiamenti imbarazzanti e lasciando accomodare Carlo Pallavicino, il manager-amico, al tavolo di De Laurentiis per trovare subito l’accordo e starsene comodo con se stesso almeno fino al 2015. «Ringrazio il presidente, mi ha accontentato. Io non ho mai trovato un gruppo così forte e ora viene il bello: abbiamo vinto la Coppa Italia e le feste sembravano quelle per una Champions, Non oso immaginare cosa succederebbe se vincessimo altro».
I SOLDI NON SONO TUTTO – L’alba d’un nuovo giorno, da titolarissimo, s’illumina alle nove del mattino e il Pandev in salsa partenopea svelato da De Laurentiis attraverso Radio Marte è il prototipo dell’atleta-modello, in stile Hamsik, lo spot d’assoluta fedeltà che inorgoglisce il presidente d’un Napoli con un’identità assai marcata. «Siamo felici, perché Goran è un ragazzo perbene, caratteristica per noi fondamentale, assieme all’aspetto sportivo. Ha firmato un contratto triennale, con opzione per il quarto: ha accettato meno di quanto percepiva all’Inter, consentendoci di restare in linea con i criteri che ispirano il fair play finanziario. Al club interista andranno 7,5 milioni di euro: con Moratti c’è sintonia, operiamo in pieno e reciproco rispetto, è une grande professionista. E la conferma di Pandev è il primo tassello per l’attacco».
THE CHAMPIONS – Il primo tassello, quindi non l’unico, che si taglia l’ingaggio, scende dai tre milioni e passa garantiti ai due accettati per continuare a vivere in quel sogno. «Peccato aver buttato via la qualificazione in Champions, a Bologna. L’avrebbero meritato i nostri tifosi. Io ho vinto tanto, è vero, e forse porto anche un po’ fortuna, ma le emozioni di Roma, con il successo in Coppa Italia, sono state speciali: in vita mia non avevo mai provato una gioia del genere. Ora pensiamo alla Supercoppa, poi vogliamo arrivare in Champions. Ma io devo anche un grazie a Mazzarri: ha voluto a tutti i costi che restassi qui. Io amo Napoli, posso ben dirlo: spero di arrivare in doppia cifra, di chiudere qui la mia carriera».
‘O LIONE – Il calcio del Terzo Millennio usa un linguaggio talvolta diverso, poco criptico, assai pubblico, e il Lione, utilizzando il sito ufficiale del club, ha lanciato un messaggio così poco subliminale e così tanto diretto da non ammettere discussioni sull’esistenza di un dialogo. «L’Olympique Lyonnais tiene a precisare che una trattativa per un’eventuale cessione di Aly Cissokho non partirà da meno di 11 milioni di euro, a differenza di quanto scritto. Il Lione ricorda che Cissokho ha giocato 91 partite di Ligue 1 e 29 di Champions ed è diventato nazionale francese dopo il suo arrivo dal Porto nel luglio del 2009 per 15 milioni di euro». Capito come stanno le cose?
OCCHI A PECHINO – Resta Pandev, con Cissokho che osserva a distanza di sicurezza – non meno di due milioni di euro di differenza, anzi di più a questo punto – dalle tentazioni di un Napoli che De Laurentiis vuol portare a Pechino per giocarsi la Supercoppa italiana. «Ho parlato con Andrea Agnelli, ho spiegato le mie ragioni: andare in Cina è importante, si giocherebbe il 25 agosto e poi potremmo recuperare la prima di campionato. Il nostro calcio ha bisogno di visibilità, la Juventus mi farà sapere presto. Ma i nostri rapporti sono ottimi».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.