Il fattore M. Walter Mazzarri. Gli indizi sono chiari e fanno pensare che a fine maggio il tecnico toscano lascerà il Napoli. Lo aspetta la Roma: in estate, il presidente James Pallotta ha arricchito la rosa dei giallorossi innalzando il tetto degli ingaggi quasi a quota 97 milioni (il Napoli è a 55 milioni) ma rischia, se perdesse lo scontro diretto con gli azzurri domenica sera, di arrivare ben 22 punti dietro al Napoli. Da Trigoria ieri hanno continuato a far filtrare voci che spiegano che Mazzarri è pronto a dire sì al ds Sabatini accettando anche un ingaggio più basso di quello che gli offre il Napoli (triennale da 3,2 milioni netti a stagione), ma premi a vincere più alti.
Lo scenario è credibile, anche se, vista dalla parte del Napoli, la situazione è abbastanza paradossale: a spingere Mazzarri ad avviare le pratiche di divorzio non sono le incomprensioni azzurre, ma tutto quanto ruota all’esterno del mondo Napoli. È pur vero che c’è una gran voglia da parte dell’allenatore di cambiare aria e di tentare una nuova avventura altrove ma ciò che più allontana il tecnico da Napoli è quella che lui ritiene una bassa considerazione che si è avuta quest’anno del suo lavoro. Lui considera il secondo posto come un’impresa. Roba da archivio storico. In molti tifosi, al contrario, gli rimproverano di aver fallito lo scudetto per quel mese di appannamento.
I rapporti con il presidente De Laurentiis non sono mai stati così buoni e inoltre in questo momento, Mazzarri è nelle condizioni di chiedere ai giocatori qualsiasi sacrificio. È il contorno napoletano che induce Mazzarri a questo prolungato silenzio e che lo spinge a cercare un’opportunità di lavoro lontano da questo ambiente che lui pensa non lo ami abbastanza. A qualche amico avrebbe confidato: «Venisse qualcun altro a fare quello che ho fatto io con questa squadra».
Eppure il divorzio più che probabile non è ancora sicuro. Stupisce, ad esempio, l’assoluta tranquillità della squadra, che non è nemmeno sfiorata dall’inquietudine per una partenza che lascerebbe un vuoto profondo. Però il colloquio fra presidente e allenatore potrebbe portare a una soluzione solo in apparenza fantasiosa: continuare insieme con un ruolo da manager alla Ferguson che tanto piace a Mazzarri. Ipotesi. In realtà siamo ai titoli di coda. E allora non resta che guardarsi intorno per evitare di ritrovarsi con uno scarto di tutti gli altri: De Laurentiis attende con ansia di sapere se Allegri resterà a Milano. La tentazione porta a Benitez che sta per lasciare il posto a Mourinho al Chelsea; la suggestione a Roberto Mancini, già corteggiato proprio nell’ottobre del 2010 prima della scelta, più economica, di Mazzarri. Infine Di Matteo: è giovane e ambizioso. Proprio in linea col De Laurentiis style.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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