Ingaggi folli, dalla Premier League sino all’Italia. Uno schiaffo a Michel Platini che vuole il fair play finanziario. «Non credo che ci siano strade diverse da percorrere. Anche se difficilmente da noi nei prossimi anni una squadra diversa da Juventus, Inter e Milan potrà vincere lo scudetto». A parlare è Luca Pancalli, vicepresidente del Coni ed ex commissario straordinario della Figc ai tempi di Calciopoli.
Insomma, chi più spende più vince?
«Per fortuna non è sempre così. Ovvio che c’è una connessione diretta tra le due cose, ma non è questa la regola. Può anche capitare che un gruppo di undici meravigliosi solisti strapagati possa essere messo ko da una formazione di orchestrali di periferia. La differenza possono farla tanti elementi».
L’Udinese e il Napoli sono, per esempio, due eccezioni.
«Esatto. Sarà pure una fortunata coincidenza ma due club che adottano strumenti finanziari assai rigorosi e che tra si sono dotati di un salary cup sono comunque tra le società nell’elite italiana. E questi sono elementi di speranza».
Ma il calcio ce la farà a cambiare?
«Penso di sì: quando sono stato commissario ho trovato un mondo molto rigido, ma tutti devono fare un passo indietro e ritrovare i valori autentici, che non sono solo quelli del business. Il calcio è uno sport e la gente lo vuole vivere come tale: un divertimento».
Sembra molto simile al programma di Michel Platini, paladino del calcio che non è solo business?
«Sono con lui al cento per cento. La Uefa fa bene a cercare di mettere un freno alle spese pazze dei club e a spiegare che non si spendere più di ciò quello che si guadagna. Però io non sono un moralizzatore».
In che senso?
«I club restano proprietà di privati. Quindi chi vuole spendere di più è pur sempre libero di farlo. Anche se c’è la crisi».
Nel ’78 quando il Vicenza pagò alle buste con la Juve per Rossi 5 miliardi di lire l’allora presidente della Lega Carraro si dimise per lo scandalo.
«Un’altra epoca. Ora nessuno si scandalizza più di niente. E forse questo il vero problema. Probabilmente per normalizzare questo sistema occorrerebbe una sorta di governo di salute pubblica».
Cosa fare per prima cosa?
«Progetti seri e impianti nuovi. La legge contro la violenza negli stadi, per esempio, funziona bene. Bisogna andare avanti su questa strada. Senza paura dei cambiamenti».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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