Roberto Sosa, conosciuto a Napoli, dove ha militato dal 2004 al 2008, con il soprannome di “El Pampa”, ha rilasciato alcune dichiarazioni in una lunga intervista concessa al Corriere dello Sport.
Ecco un estratto:
Sull’ultima sfida al San Paolo disputata:
C’era scritto: chi ama non dimentica, frase presa a prestito dai ragazzi della curva B del San Paolo che penso che sia adatta soprattutto adesso, in questa fase difficile della nostra vita: ce la faremo, ce la farete. Qui in Argentina c’è quarantena, ma la situazione sembra sotto controllo. Mentre leggo dell’Italia stravolta nel dolore e ne soffro sul serio: spero che passi in fretta e che tutto ciò possa solo essere un ricordo, seppur doloroso»
La chiameremo “tano”, Pampa, sapendo di non sbagliare.
«Direi che ci sta: i miei nonni erano della provincia di Chieti, io sono un italiano ma anche un napoletano d’Argentina, grazie a Raffaella, la mia compagna che è partenopea. Sono arrivato a Udine nel ‘98, mi ci portò Pierpaolo Marino, che era venuto a seguire e Guglielminpietro in un Gimnasia- Boca, finito 0-1 con gol di Martin Palermo. E così fui l’erede di Bierhoff , fresco capocannoniere».
Comincia lì quel suo lungo viaggio su e giù per l’Italia.
«Ascoli, Messina, Napoli, Sanremese e poi il supercorso di Coverciano, dove ho conseguito il patentino Uefa-Pro da allenatore e le stagioni da tecnico tra Sorrento, Savoia, Rionero, prima di rientrare qua in Patria».
Non ha smesso di girellare per il Mondo.
«Ero andato in Bolivia ad allenare al Ciclon de Carija e poi ci siamo fermati anche noi, com’è giusto che sia. Perché in questo momento tutto è secondario rispetto alla salute. So che in Europa si discute su quando ricominciare, ma in questo momento le priorità sono altre: quando sarà possibile farlo, si potrebbe pensare di iniziare da dove si è finito ma senza porsi limiti, semmai pensando a ricostruire un calendario diverso da quello attuale e chiudendo anche in inverno, per poi far ripartire la prossima stagione a gennaio 2021. Ecco, una stagione modello-Argentina». […]
In questo clima di incertezza non le è vietato sognare.
«La panchina del Gimnasia o quella del Napoli, ovviamente. Quando mi chiedono dove sia il mio cuore, io penso a queste due società».
Da quanto tempo non viene da queste parti?
«Ultimo viaggio in Italia, a Napoli, per il Capodanno del 2019. E’ arrivato il momento di tornarci, per provarci come allenatore: ma non c’è fretta.”
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