Esordio al “Renzo Barbera” di Palermo per il primo Napoli del 2012-2013, non proprio la più abbordabile delle partenze. De Laurentiis aveva bofonchiato anche quest’anno alla compilazione del calendario, che per le partite iniziali metterà la sua squadra di fronte ad impegni non proprio facili. Ma gli azzurri hanno alle spalle una preparazione estiva invidiabile, che lascia ben sperare per questa fase di rodaggio del campionato di Serie A, la Serie A più orfana di top-player degli ultimi anni. Se la rosa del Napoli non è “galactica”, c’è da dire che nemmeno le “grandi” sfoggeranno campioni stratosferici e i valori in campo saranno tutti da dimostrare. E fin qui il gioco dell’undici di Mazzarri è stato piuttosto convincente, sebbene siano da rivedere alcuni meccanismi difensivi e l’approccio tattico durante le partite.
NAPOLI SÍ: TRAME DI GIOCO E OTTIMA INTESA – Come si è detto, il precampionato degli azzurri è stato davvero interessante: en-plein di vittorie negli incontri internazionali, anche in quelli più prestigiosi, con prestazioni convincenti sul piano della qualità del gioco, dell’armonia complessiva, degli automatismi in fase di costruzione. Merito dell’insistenza di Mazzarri su un undici consolidato, con qualche ritocco graduale in corso d’opera. Ormai Inler, Hamsik e gli altri si conoscono quasi a memoria e le trame offensive funzionano bene. Proprio lo slovacco ha assunto una nuova veste tattica: quella di centrocampista aggiunto per assistere, insieme a Behrami o Dzemaili, le manovre di Inler, aiutando anche in fase di interdizione, senza per questo rinunciare alle sortite offensive. In questo modo la squadra ha più equilibri, Inler si esprime al meglio e la palla gira con più precisione. Anche Dzemaili sembra aver trovato la sua dimensione definitiva, mentre Behrami si è già inserito negli schemi e nella cornice di gradimento del mister. Il centrocampo, reparto-chiave di un match di calcio, è dunque sistemato.
NAPOLI NO: DIFESA E GESTIONE DELLA GARA – L’unica sconfitta estiva è giunta nell’unica gara con una posta in palio, quella di Supercoppa contro la Juventus. Gli errori arbitrali hanno sicuramente inciso in modo determinante sul risultato, ma anche le scelte di Mazzarri a gara in corso hanno avuto il loro peso. Nel momento in cui il Napoli dava l’impressione di avere il pallino del match in pugno, l’allenatore azzurro ha deciso di sostituire Hamsik, cercando forse maggior copertura ma finendo per abbassare il baricentro e lasciando così avanzare pericolosamente gli avversari. In tal modo si sono creati i presupposti che hanno poi portato presto all’azione del discusso rigore concesso alla Juventus. E su questo difetto di personalità nell’approccio tattico, lo staff tecnico napoletano è un po’ recidivo: l’anno scorso è capitato più di una volta, e curiosamente una di queste fu proprio contro la Juve al San Paolo quando la squadra, sostituiti gli attaccanti, arretrò molto il proprio fronte e concesse ai torinesi di recuperare da 1-3 a 3-3. Ed è proprio in questi frangenti che la difesa del Napoli tende ad andare in crisi – altra lacuna mostrata l’anno scorso e confermata negli incontri estivi. Ma tale fragilità non è da imputare univocamente al trio difensivo, che troppo spesso finisce invece in balia degli arrembaggi avversari senza avere sostegno per riuscire ad arginarli. Occorre dunque lavorare sulla gestione tattica degli incontri e sulle soluzioni a partita in corso: per essere protagonisti in campionato, non saranno concessi troppi passi falsi e già da Palermo si dovrà cominciare a pieni giri, ricordando il vecchio detto “la miglior difesa è l’attacco”, ovvero governare il possesso del pallone e impensierire la squadra rivale è il miglior modo per impedirle di far male.
PALERMO, ORA C’È SANNINO – Il Palermo, complici alcune cessioni importanti, è forse meno forte dell’anno scorso, ma dalla sua ha l’ingaggio di mister Sannino, che proprio nella passata stagione, con il Siena, ha dimostrato il suo valore come tecnico. Anche per i mezzi che aveva a disposizione, l’anno scorso Sannino giocava con un 4-4-2 molto compatto e solido, modulo che potrebbe riproporre anche con il nuovo Palermo, con Morganella e Pisano come terzini e Bertolo e Brienza sulle ali a centrocampo. Tuttavia, la formazione più accreditata sembra essere il 3-5-2, con Morganella in panchina e Pisano portato più avanti. Per il Napoli pochi dubbi, anche a causa delle squalifiche ereditate dalla Supercoppa, che terranno fuori Zuniga, Dossena e Pandev:
INSIGNE ALL’ESORDIO – Il Palermo avrà la spinta del pubblico di casa per la prima di campionato, l’entusiasmo del nuovo allenatore e le doti di alcuni giocatori esperti e di qualità come armi da opporre alla qualità superiore del Napoli. Napoli che dovrà giocare con pazienza e intelligenza, senza scoprirsi ma senza rinunciare a cercare subito di colpire. L’assenza di Pandev spalanca una chance per Insigne, che finalmente sarà messo alla prova in una gara ufficiale. Non tutto il male vien per nuocere dunque, visto che, almeno in teoria, il giovane talento è l’elemento più adatto a scardinare le barriere del Palermo di Sannino, con la sua tecnica e la sua fantasia. Sarà bene puntare anche sulla velocità di Maggio, considerato che dall’altro lato mancherà un’ala di ruolo e giocherà Aronica, di certo più votato a difendere. Hamsik dovrà garantire parità numerica a centrocampo ma sarà fondamentale anche la sua capacità di inserirsi: proprio il trio Hamsik-Maggio-Insigne sarà decisivo alle spalle di Cavani per le manovre offensive del Napoli. E come già detto, tenere palla e mettere il Palermo sotto pressione permetterà anche alla difesa di respirare e coprire in sicurezza e con ordine: perché anche dietro la qualità non manca.
A cura di Lorenzo Licciardi
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