Due ore a Palazzo San Giacomo, sempre più costante la presenza di Aurelio De Laurentiis in Comune. Anche ieri un vertice lungo – molto tecnico con l’assessore allo Sport Pina Tommasielli e il capo di gabinetto Attilio Auricchio, il sindaco Luigi de Magistris era impegnato altrove patron e primo cittadino si sono incrociati solo per qualche istante – con al centro della discussione la nuova convenzione per lo sfruttamento del San Paolo. Il nuovo stadio di Napoli, bene che vada, sarà pronto tra 4 anni e fino a quell’epoca gli azzurri dovranno giocare nel vecchio e glorioso impianto di Fuorigrotta. Che dovrà essere reso comunque molto più accogliente di quanto non lo sia adesso prima di traslocare nella nuova casa. Chi mette i soldi? La filosofia di fondo del Comune sul tema è questa: ben venga l’ausilio e l’aiuto del privato perché solo in questo modo si può mettere mano alla riqualificazione di tutte le strutture sportive non solo il San Paolo. La convenzione in essere con De Laurentiis attuale scade nel 2014, quella che si sta mette al centro questo concetto. Chi sfrutta lo stadio lo mette a posto e lo renda accogliente, faccia quei lavori necessari a rendere l’impianto sicuri e consono a gli standard europei. Cosa in queste ore è stato chiesto a De Laurentiis? Posto che in Comune l’incontro è ritenuto buono complice un «clima costruttivo» al patron, per esempio, è stato proposto che in cambio dei soldi, quelli da convenzione e pregressi e che in Comune aspettano con ansia da tempo, vengano saldati in termini di lavori. L’ammodernamento dello stadio che passa per il fotovoltaico sul tetto, in modo da avere una fonte di energia alternativa e pulita, i parcheggi sotterranei, l’insonorizzazione, piccoli ristutturazioni come quelle dei bagni, e altre cosette. Cosa ha risposto il patron? «Clima costruttivo» è l’unica cosa che trapela. Certo De Laurentiis può sfruttare l’immagine del Napoli per attirare sponsor e fare ammodernare pezzi dello stadio magari dedicandoli proprio a chi mette quello che si profila essere argent de poche. La città ne guadagna comunque un miglioramento del servizio reso ai cittadini tifosi e non solo. Poi la questione tabelloni ferma perché il Comune aspetta ancora l’esito dello studio di fattibilità commissionato prima di dare il via libera al patron.
Detto del presente il futuro è di certo l’aspetto più affascinante della questione stadio. Il bando per la manifestazione di interesse è alle battute finali. Una settimana al massimo e dovrebbe essere svelato alla città. La scommessa del sindaco è di chiudere il mandato consegnando simbolicamente alla sua Napoli le chiavi del nuovo stadio. Un dato che a Palazzo San Giacomo danno ormai per acquisito vista la determinazione con la quale stanno lavorando sul tema. Uno stadio da 70mila per dare alla città un progetto intorno al quale sognare e concretizzare lo sviluppo di almeno un paio di quartieri.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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