Palabarbuto, la telenovela continua. L’Azzurro Napoli, oltre a doversi occupare di una squadra che non si è ancora espressa secondo le sue potenzialità, deve fare i conti con la lentezza della burocrazia comunale che finora ha impedito al club di effettuare i lavori necessari per rendere fruibile l’impianto di Fuorigrotta in vista dell’inizio di campionato di Legadue del 6 ottobre prossimo.
«I nostri impianti a domanda individuale riaprono il 16 settembre, quindi è stata già concessa una deroga all’Azzurro Napoli per allenarsi da fine agosto – spiega l’assessore allo Sport, Pina Tommasielli – ci sono poi state delle incomprensioni che abbiamo risolto, ma comunque vanno osservate le regole. Ho fatto ciò che era in mio potere per sbloccare la situazione, ora vuol dire che mi impegnerò per risolvere il caso».
«Abbiamo fatto tanti discorsi, ci sono tutte le buone intenzioni per far procedere le cose nel modo giusto, ma la verità è che ad oggi non c’è una firma che ci consenta di effettuare i lavori – spiega il presidente del club, Maurizio Balbi – ci faremo carico delle spese, oltre 60mila euro, e non abbiamo neanche chiesto di scomputarli dal fitto dell’impianto per allenamenti e partite. Di più cosa possiamo fare? Eppure non riusciamo a sbloccare la cosa. I giocatori si rifiutano di cambiarsi in spogliatoi che sono in condizioni pessime e se dovesse arrivare un temporale rischiamo di doverci fermare perché piove in campo. L’assessore allo Sport, Tommasielli, si è molto prodigata finora per la nostra causa, ma ora temo non dipenda più da lei ma dai responsabili dei Grandi Impianti e del Patrimonio. È un problema di rilascio di autorizzazioni che non arrivano. A questo punto potrei pensare di effettuare solo le partite al Palabarbuto e di fare allenare la squadra su un altro campo. In quel caso niente più lavori di ristrutturazione o abbellimento, niente più utilizzo massiccio dell’impianto, e sarebbe un peccato perchè in questo progetto sono coinvolti tanti ragazzi di quartieri a rischio che abbiamo fatto entrare nel nostro consorzio»
Fonte: Il Mattino.
La Redazione.
D.G.
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