Gianluca Pagliuca ha difeso per 198 volte la porta della Sampdoria, per 165 quella dell’Inter prima di chiudere la carriera a Bologna: in totale 592 partite in serie A. Fa il commentatore per Sky e in questa veste (la tv satellitare ci perdonerà) gli abbiamo chiesto di giocare per noi la sfida tra Napoli e Juventus.
Cominciamo da Insigne: è un caso che il Napoli abbia ripreso a volare con la Lazio quando lui è entrato in campo?
«Beh, all’Olimpico ho visto nel primo tempo una squadra effettivamente appannata quindi mi è parso logico la scelta di Mazzarri di stravolgere tutte le carte in tavolo: Insigne è un attaccante che ha gamba, voglia di emergere e dedizione al sacrificio».
Potrebbe, sul piano tattico, convivere con Pandev e Cavani?
«Insigne agisce sulla fascia sinistra e si accentra, è meno punta e più assist man. Ma, soprattutto, rientra poco. Pandev, come d’altronde Cavani, questo lavoro sporco, di pura fatica, lo fa, diventa il primo difensore in fase di non possesso. Tutta la squadra se ne giova. Credo, però, che tutti insieme Mazzarri li farà giocare solo in caso di emergenza, quando ci sarà nuovamente la necessità di una rimonta».
Cosa cambia nel gioco del Napoli a seconda del partner di Cavani?
«Poco. Perché a fare la differenza è sempre il Matador, il terminale centrale della manovra. E soprattutto il gioco spumeggiante di Mazzarri che ha nella difesa il fiore all’occhiello».
Tra due giorni c’è l’Europa League: il Napoli è strafavorito?
«Favorito, certo, ma non strafavorito. Deve mantenere alta la concentrazione: il Viktoria non è avversario da prendere sotto gamba come tutte le squadre dell’Est».
Con la sfida alla Juventus alle porte, ci si riesce a concentrare su una gara di Europa League?
«Sì, in base alla mia esperienza si riesce. Però con tutto l’accumulo di adrenalina per il duello scudetto, gli azzurri potrebbero avere dei problemi di concentrazione: ed è un peccato, perché potrebbe essere un trofeo alla portata del Napoli».
La Juventus ha il problema inverso?
«È un gruppo che ha esperienza, ha un organico molto più ampio e Conte non fa una così netta distinzione tra riserve e titolari. E poi, con tutto il rispetto, in Champions ai bianconeri non poteva capitare un impegno più semplice che il Celtic Glasgow».
Da come parla, è la Juve che vincerà lo scudetto?
«Penso di sì, ma il Napoli darà filo da torcere fino alla fine. Rispetto alla Juve, la squadra di Mazzarri ha un Cavani in più».
Domenica arriva proprio una sua ex, la Sampdoria?
«Squadra in salute, ma credo che il Napoli non si farà sfuggire i tre punti perché c’è grande entusiasmo. Potrebbe essere una giornata favorevole per rimontare punti ai bianconeri».
Per Cavani c’è la fila…
«De Laurentiis resisterà, a meno che non sia proprio il giocatore a chiedere di andare via. A quel punto, difficile nel calcio moderno trattenere uno contro la propria volontà. Ma il progetto Napoli mi entusiasma, è in crescita costante, nessun salto nel vuoto: anche arrivare secondi, quest’anno, non è da buttare via. È un altro passo in avanti: lo scudetto, prima o poi, arriverà».
Lei ha giocato con Ronaldo. Cavani è a quei livelli?
«Il brasiliano è forte come Messi e Maradona. Cavani è un gradino più sotto, forse due… In comune hanno l’agonismo e la capacità di trascinare la squadra».
De Sanctis chiuderà la carriera a Napoli. Che ne pensa di Morgan?
«Premessa: qualcuno lo ha messo in discussione per l’errore di Firenze. Ma io dico che uno come Morgan non si può discutere. È un portiere di livello mondiale».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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