Fine anno, tempo di rivisitazioni, di nastro indietro, di bilanci. Di pagelle, pure. Per i singoli, ma anche per le squadre che hanno caratterizzato nel bene e nel male, il 2011 del calcio nostrano e internazionale. Serie A, B, Europa, mondo: queste le nostre scelte, questi i nostri voti. E, ovviamente, spazio ai vostri commenti.
BARCELLONA 10 E LODE E’ ormai più di una squadra, come dice il suo inno: è una voglia – soddisfatta, sempre – di calcio. Il 2011, con il carico di Liga, Champions, Supercoppa e Mondiale, ha trasportato definitivamente il Magic Bus di Guardiola nella leggenda del calcio, qualcuno dice addirittura al vertice della piramide. Non è importante, semmai è bello che lo spettacolo, ancora per un po’, possa continuare.
ATALANTA 10 Fino a prova contraria, una squadra, un gruppo che ha saputo remare controcorrente come nessuno. Il cielo azzurro di maggio, della promozione in Serie A ottenuta in souplesse, si è oscurato con il calcioscommesse e ora, dopo l’arresto di Doni e il possibile coinvolgimento della società nelle vicende di scommessopoli, minaccia tempesta. Eppure, Colantuono è riuscito a plasmare una squadra compatta, convinta dei propri mezzi, proprietaria di una forza caratteriale che le ha consentito di disinnescare come se niente fosse una penalizzazione che sapeva di retrocessione anticipata. Marino ha compiuto l’ennesimo capolavoro della sua carriera dirigenziale con Denis, magnifico leader e capocannoniere. E se non avesse buttato via quattro punti nel finale dei match con Napoli e Inter, l’Atalanta sarebbe già in zona Europa League. Stupefacente, straordinario. Poi succeda quel che deve succedere.
UDINESE 10 L’unica macchiolina di un anno strepitoso è la mancata qualificazione ai gironi di Champions League: va ricordato che i bianconeri sono stati estromessi dall’Arsenal, che ha vinto poi il suo gruppo e sta facendo trascorrere notti poco tranquille al Milan. Per il resto, la costruzione dell’ennesimo capolavoro passata dal quarto posto finale della scorsa Serie A, dal gioco scintillante, spettacolare dei primi mesi dell’anno, da un mercato apparentemente pericoloso (via i gioielli Inler e Sanchez) e invece gestito con la consueta saggezza che ha riempito fino all’orlo le casse e mantenuto la bontà della ricetta originale. In piena corsa in Europa League, l’Udinese va in vacanza seduta in un posto che significherebbe ancora Champions League. Per il calcio italiano, questa società, questa squadra e chi la plasma (Guidolin) deve essere un vanto.
NOVARA 9 Una piccola città di provincia ha saputo custodire in silenzio una tradizione, una passione a dispetto di 35 anni di totale anonimato: e si è trovata paracadutata dal derby con l’Alessandria all’Inter in poco più di 12 mesi. Un’impresa, quella del Novara, compiuta alla programmazione, alla competenza, alla lungimiranza di una dirigenza che – anche da un livello basso – ha capito quello che non hanno capito altri, vale a dire che per costruire una bella casa sul campo (sintetico, in questo caso), bisogna partire dalle fondamenta della società. In Serie A l’impatto non è stato facile: la salvezza è ancora molto lontana e qualche errore sul mercato è stato compiuto. Ma questo non annacqua il brindisi per il 2011 dei miracoli.
MILAN 9 Dopo anni di così così, di sorrisetti a mezza bocca blindati dai mancati successi (e dal dominio interista), finalmente il Diavolo festeggia Capodanno guardandosi indietro con fierezza. Lo scudetto vinto dopo 7 anni di digiuno e la Supercoppa Italiana in allegato dipingono di rosa dodici mesi in cui ci sono state molte altre cose positive – le vittorie nei derby, il boom di Thiago Silva, le belle partite col super Barcellona – e la forza per superare botte di sfortuna non piccole, come i guai di salute di Gattuso e Cassano. Unica pecchettina, forse, il mercato, con la mancanza di un colpaccio estivo buono per rendersi nuovamente supercompetitivi in Champions League. Si proverà a rimediare subito nel 2012 con Tevez.
NAPOLI 9 Alzi la mano chi, il 1° gennaio scorso, avrebbe pronosticato il Ciuccio tra le 16 grandi d’Europa al giro seguente. Un boom incredibile con tanti ingredienti, arricchito da certe notti entrate rombando nella galleria dei bei ricordi azzurri: Juve e Milan triturate dal Matador Cavani a cavallo dei due campionati, le imprese contro Villarreal e Manchester City, le solite rimonte batticuore. In parallelo, una società che continua a muoversi da protagonista – unica nel panorama nazionale – sul mercato: guardare avanti è stato il vero segreto di De Laurentiis.
ITALIA 8,5 La qualificazione agli Europei ottenuta senza la minima variazione dei battiti cardiaci potrebbe bastare e avanzare: ma la vera ragione per cui la Nazionale merita un voto molto alto, è che è tornata a piacere, a divertire, a creare partecipazione intorno alle sue partite anche se non si scende in campo per un Mondiale. Una metamorfosi felice e rapida dopo le macerie di Sudafrica 2010 con un solo, grande artefice: Cesare Prandelli. E abbiamo già voglia di Europeo…
LAZIO 8,5 Al termine della (deludente) partita contro il Chievo di mercoledì sera arrivano distintamente i sibili dei fischi. Forse sono gli stessi che stavano spingendo alle dimissioni Reja, che sono in perenne barricata contro Lotito, che sono rimasti fermi alla Lazio cragnottiana che tutto poteva, anche nei libri contabili. I fatti dicono che la Lazio ha mancato la qualificazione alla Champions 2011/12 per questioni di differenza reti e che è in piena corsa per quella 2012/13 giocando non raramente un buon calcio e disponendo in organico di calciatori di assoluta qualità come Hernanes, Klose (capolavoro del mercato 2011), Dias, Marchetti e altri. Se si vuole, si continui pure a fischiare.
MANCHESTER CITY 7,5 La dannosa inciampata di Napoli, che è costata le top 16 di Champions League, ha fatto cadere Mancini sull’ultimo ostacolo di un percorso che poteva essere netto e lastricato dell’oro dei risultati, oltre che di quello degli sceicchi finanziatori del club. La vittoria in FA Cup dopo avere fatto fuori lo United e il clamoroso bis nel derby di campionato (6-1), unite alla temporanea leadership nell’attuale campionato, sono forse le prime pietre miliardi di un ciclo di gloria. E attendendo conferme dagli albi d’oro, una considerazione tutto meno che banale: l’album di figurine è diventato una squadra di calcio, e pure forte.
REAL MADRID 7,5 Mourinho ha scaldato i motori: nel 2011, il primo colpo all’inaffondabile Barcellona in Coppa del Re, bilanciato dai colpi da ko ricevuti in Champions e in Liga. Poi, la ripartenza per l’attesa seconda stagione, che nei piani dello Special è quella del decollo: e le premesse in campionato e in Europa per una stagione da urlo sono state messe. E in attesa degli esiti finali, va detta una cosa: ora il Real Madrid gioca bene, bene, bene.
JUVENTUS 7 E’ un voto di media, accresciuto perché il trend è in netta crescita, tra il 4 dello scorso giugno e il 9 del nuovo corso guidato da Antonio Conte. L’ingaggio dell’ex-capitano è stato il punto di svolta di un anno vissuto pericolosamente tra il fallimento del minimo obiettivo europeo e un mercato ancora una volta dinamitardo con una pigna di nuovi acquisti e mancate cessioni che avrebbero potuto minare lo spogliatoio. Invece, la Juventus 2.0 di Agnelli e Marotta tanto per cominciare è una corazzata, risultata inaffondabile per le prime 16 avversarie di campionato (e a Milan e Inter è andata pure peggio); lottare per lo scudetto, a prescindere dagli esiti finali, è già un obiettivo ampiamente centrato.
MANCHESTER UNITED 7 A Wembley, nella finale di Champions, sir Alex ha sbattuto contro il Barcellona e il rinculo sta continuando: in difficoltà in campionato, clamorosamente fuori dall’Europa che conta dopo la “Corea” di Basilea e alle prese con un ricambio generazionale che si sta dimostrando più complicato che in passato. Ma il calendario 2011 va tuttavia in archivio con un campionato in più. La leggenda, in ogni caso, continua.
INTER 6,5 La Beneamata è stata seduta per 12 mesi su un’altalena fatta di schiaffi e urla di gioia: l’esempio perfetto può essere rappresentato dalla figuraccia-Schalke 04 seguita all’impresa di Monaco di Baviera nella scorsa Champions. E tirando le somme, il bilancio – anche se di poco – è in positivo soprattutto grazie alla sterzata degli ultimi 40 giorni in campionato, che hanno visto i nerazzurri riemergere nelle zone medio-alte della classifica dopo avere assaggiato il gusto acre della lotta-salvezza. Punto più basso dell’anno, sicuramente, il pasticcio-allenatore seguito alla fuga di Leonardo e il discusso, discutibile addio a Eto’o: ma da mettere sul piatto della bilancia ci sono anche una Coppa Italia, un secondo posto in campionato dopo avere fatto paura al Milan, una qualificazione molto serena agli ottavi di Champions League con concreta speranza di agganciare i quarti di finale. Il sorriso rassicurante di Ranieri consente un brindisi di fine anno tutto sommato sereno.
ROMA 6 In un cantiere dove si costruiscono grattacieli bisognerebbe girare con due elmetti, non uno: ed è un po’ il caso della Roma, che esce da un anno fondamentale della sua storia, quello del passaggio allo straniero, dell’addio (o arrivederci) alla “Roma de Roma” per un viaggio verso una dimensione, societaria e non solo, più internazionale. In mezzo a un periodo così delicato, risultati di basso profilo,perfetti perché rimanessero sullo sfondo: e poi, la scommessa Luis Enrique, il progetto Barcellona all’italiana, il “tiqui-taka” che dopo tante e dolorose scentrate iniziali è virato su un “tiqui-contrattaka” molto più adatto al campionato italiano. Il 2012 sarà il primo, vero anno della nuova Roma: e non è detto che sulla scia dell’ultimissimo periodo possa portare soddisfazioni.
FIORENTINA 4 Sottovoce, quasi sullo sfondo del campionato, lo smontaggio pezzo per pezzo di un progetto che – soprattutto grazie a Cesare Prandelli – aveva trovato un posto importante nel panorama del nostro calcio. Incertezza nei programmi, nelle scelte tecniche e di mercato, soprattutto nella determinazione da parte della proprietà di una volontà precisa, qualsiasi essa sia: nemmeno la Viola sa se vuole e può essere big o piccola di lusso, fabbrica di giovani o vecchia volpe della Serie A. La vera tristezza – espressa perfettamente dai risultati e dal gioco – è che la Fiorentina è diventata impalpabile, neutra, quasi inutile. E considerato quanto ha contato e conta questa società dalle nostre parti, è un delitto vero.
SAMPDORIA 3 Il progressivo declino della Fiorentina è stato qui demolizione, implosione, qualcosa di repentino e distruttivo al punto di spedire a metà classifica della Serie B una squadra e una tifoseria che, soli 16 mesi fa, stavano inseguendo ai tempi supplementari l’ingresso nelle magnifiche 32 di Champions League. Il passaggio di mano tra Garrone padre e figlio, un nuovo management, un nuovo progetto tecnico non sono bastati – anzi – a cominciare la ricostruzione: e anche guardando al di là della staccionata 2012, la Samp non intravvede ancora qualcosa di bello davanti a sé.
RIVER PLATE 2 Vedi alla voce Sampdoria o pure peggio, visto che alla prima, incredibile retrocessione in 110 anni di gloriosissimo cammino nel calcio sono seguiti gravissimi incidenti a Buenos Aires e goffi, penosi tentativi di riforme dei campionati buoni per evitare ai “Milionarios”, autentico mito del calcio mondiale, l’onta della Serie B. L’annus horribilis 2011 è terminato con l’ingaggio di David Trezeguet: come a sottolineare il disperato tentativo di sentirsi ancora grandi nonostante tutto. Mah.
DINAMO ZAGABRIA 1 Come i gol segnati dai croati al Lione a fronte di 7 presi tra occhiolini, amnesie, metà campo da vendere: il tutto, per una Champions League macchiata, falsata da magheggi che solo l’Uefa di Platini si può rifiutare di certificare. Per noi, la mezza consolazione di non detenere sempre e comunque lo scettro dello sporco calcistico; per la Dinamo Zagabria e tutti quelli come lei – ammesso che interessi – la perdità di un gran bel pezzo di dignità.
Fonte: sportmediaset.it
La Redazione
D.G.
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