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Pagelle Napoli – Inler si è ripresa la regia azzurra

Gargano e Maggio, due elementi instacabili

8 Lavezzi – L’hombre del partido è di un altro pianeta. Il leader autentico, con i fatti e non a parole: Dio salvi la regina ma dia un’occhiata pure al Pocho, che prima spreca e poi dilaga con il 3-1.

8 Cavani – La palla sporca lo costringe al controllo affannoso (9′) poi è strepitoso Cech: ahia! Ma quando serve il Matador e il suo istinto da killer, pumm, ci mette la spalla, ci mette la faccia, ci mette se stesso. Ma ha dentro anche generosità per assist che pesano.
8 Mazzarri (all.) – Lascia la panca a Frustalupi. Ovunque fosse, può osservare con orgoglio la sua creatura: è calcio vero, è cuore che batte, è un’impresa da conservare gelosamente.

7,5 Maggio – Va come un indiavolato e fa venire la nausea a Malouda (che lo osserva in partenza) e a Cole (che l’aspetta «basso»). Cech gli si oppone a mani spalancate e lui sta ancora chiedendosi come avrà fatto e quando Cole sulla linea ne stronca l’esultanza può solo disperarsi, indicare gli dei: ma perché?
7,5 Gargano – L’allenatore in campo e pure il trascinatore, dà strappi continui, pressa Ramires, talvolta esagera ma è nelle sue corde. Lasciatelo fare: e fino al novantatreesimo lui fa di tutto.
7 De Sanctis – Un’uscita con i piedi un po’ così, una con le mani un po’ così: è una serata un po’ così così, insomma. Controlla il velenoso effetto di Malouda e mostra maggior sicurezza nella ripresa.
7 Aronica – Il signore delle diagonali non sbaglia un colpo. Gioca su livelli rassicuranti tra Sturridge, Mata, Drogba e strappa in maniera prodigiosa a DD la palla del possibile 2-2.
7 Inler – Un no look da regista vero, poi la ricerca oltre la linea dei difensori per Cavani è un assist da schema che (finalmente) avverte. Sceglie lo scontro intellettuale con Meireles, cede alla fatica e si rialza.
7 Hamsik – Serata cerebrale, utilizzando la materia grigia tra Cole e Malouda, nel rispetto degli equilibri e concedendosi alle esigenze nell’ombra. Non corre, danza.
6 Campagnaro – Il destino s’è messo a sfidarlo e lui ci sta: con il turbante, con qualche difficoltà, però con generosità, stringendo i denti e soffrendo tra Mata e chi capita, chiedendo anche troppo a se stesso quando è superfluo farlo.
6 Zuniga – Sempre un tocco di troppo, sempre uno scarabocchio dopo aver eseguito il compitino con giudizio. Sturridge è il dirimpettaio che gli lascia campo, peccato sciupi.

5,5 Cannavaro – L’incubo che l’accompagna per la serata è quella svirgolata: il caos gli esplode in testa e governarlo diviene esercizio complicato. Si rimette in piedi alla distanza, con orgoglio (ferito).
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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