6,5 Aronica – I muscoli, l’esperienza e pure l’anticipo: non gli sfugge Borini, non soffre Totti, ed è pure audace nella fase di costruzione.
6,5 Gargano – Non si lascia risucchiare da Pjanic, al quale però toglie il respiro. Si distingue per vivacità e pure per senso tattico, è il primo a reagire e l’ultimo a mollare. Uno strappo perenne che sfianca la mediana avversaria.
6,5 Inler – Strano ma vero, gli tocca Totti per un bel po’ ad uomo. Nella ripresa, sale in cattedra e governa con leggiadria, sfoderando lanci da applausi.
6,5 Zuniga – Subisce Rosi, non lo tiene né sull’assist dell’1-0 né in altre circostanze. Boh! Poi cancella tutto e quel gol è da cineteca, estratto chissà da dove; e il raddoppio è sfiorato per dettagli. Boh! Si fa bruciare da Simplicio, in un cocktail di contraddizioni.
6,5 Mazzarri (all.) – Sceglie di andare ai confronti diretti nella zona nevralgica e stavolta la fase di contenimento deraglia. Ma torna all’antico nell’intervallo e ritrova il «suo» Napoli, che gli procura persino rimpianti.
6 De Sanctis – Un paio di respinte ballerine ma un prodigio su Bojan, prima di rassegnarsi ai tap in.
6 Maggio – Paga il cumulo di partite più degli altri, avendo alle spalle chilometri e chilometri. Sbaglia in avvio i tempi offensivi; sbaglia pure due gol che il vero Maggio non cestinerebbe mai. Ma quando riacquista freschezza, eh sì, fa male, fa tanto male.
6 Pandev – Aggiunge poco, un pizzico di velleità. Però serve per spostare gli equilibri, alzando il baricentro e mettendo ansia.
6 Hamsik – Una presenza decorativa per 45′, perché l’assistenza è inesistente; ma la ripresa è su antichi livelli, anche se a intermittenza,
5,5 Cannavaro – Ha il pressing addosso, fatica ad uscire, cerca sempre Maggio: serata complessa, sino a quando non si scioglie e si riprende con dignità.
5,5 Fernandez – Ahilui, Bojan infila il coltello nella piaga a destra, lasciando l’argentino sul posto. La diagonale per chiudere su Marquinho è impalpabile e tardiva; e pure su Tallo indugia. Infatti!
