«La paella più buona la cucino io a Castelvolturno per me, Xavi e gli altri dello staff. Un misto tra quella valenciana e quella che si fa a Madrid. Rafa, ovviamente, è sempre invitato». Detta da Paco De Miguel che di questo Napoli è il preparatore atletico che ha rivoluzionato il calcio italiano con i suoi metodi fa un certo effetto. La ricetta, d’altronde, è bella corposa. E infatti questo madrileno di 40 anni, nato a Casleda, dieci chilometri dalla capitale, sposato con Lourdes e papà di Sergio (8 anni) e Clara (7 anni) avverte severo. «Ma per i giocatori meglio la pasta».
Quale il guaio peggiore nella preparazione di quest’anno: il Mondiale o il preliminare?
«Tutte e due le cose, ben bilanciate. Sarà complicato portare al livello fisico e atletico chi potrà lavorare solo 15 giorni ad
agosto. Ma è chiaro che per ognuno di loro è pronto un piano per averli al massimo della condizione nel preliminare di Champions.Però, in questa storia c’è un aspetto positivo».
E qual è?
«È vero che si incorporano tardi al resto del gruppo ma riposano poco, perché per un giocatore restare fermo solo tresettimane è molto meglio che restare senza allenarsi per un mese e mezzo. La condizione non la perde mai completamente».
Sotto questo aspetto, chi teme di più nel preliminare Champions?
«Senza dubbio l’Atletico Bilbao. Ha iniziato la preparazione ben 10 giorni prima di noi. Ma un po’ tutti hanno questo vantaggio».
Chi sta meglio nel Napoli?
«Marek Hamsik: si è presentato in ritiro in forma, è stato eccezionale. Sarà per lui una stagione fenomenale».
La pensa proprio come Benitez.
«Io e Rafa siamo d’accordo quasi su tutto. Lui condivide tutte le mie scelte e le mie decisioni. Che capisce, perché è laureato in educazione fisica proprio come lo sono io. E quindi non mi fa perdere tempo a dargli delle spiegazioni».
Come si fa a correre a mille per tutto il campionato senza mai fare un allenamento tra i boschi?
«Non è magia. Gli stessi obiettivi si possono raggiungere con il pallone: perché la resistenza, la velocità e la forza si
raggiungono attraverso esercizi specifici e con gli schemi di Rafa. Perché tutto quello che noi facciamo è in funzione del modulo dell’allenatore».
È il turnover la vostra forza?
«Sì. Tutta la rosa deve essere sempre al massimo livello. Ma se uno sa che non gioca mai, non si allena bene. E invece noi facciamo in modo che tutti siano pronti in ogni momento. Perché tanto il momento arriva per tutti. Il Manchester United, nel 2008, ha vinto la Premier cambiando una formazione a ogni partita».
È vero che in Premier si corre di più?
«No. Si corre di più ad alta intensità. Ma per quantità di metri percorsi nessuno corre come in Italia».
Perché è sempre a maniche corte anche in inverno?
«Bisogna vivere in Inghilterra per qualche anno per capirlo…».
E Napoli?
«La luce, i colori, i sapori. Ogni istante del nostro tempo libero lo passiamo in giro per la città».
Fonte: Il Mattino
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