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P. Prestisimone: “Il nuovo calcio d’Europa è il più antico”

Una storia antica, di quelle probabilmente immortali. La credevamo stra-morta e stra-sepolta, invece si ripresenta ancora, sempre uguale, solo con altre vesti, altro nome e altri interpreti, siano essi giocatori o allenatori. La “buoncostume” pallonara nel maneggiare l’argomento impone pinza e cautela: ormai il “calcio totale” è, sia lessicalmente che praticamente, quasi di era giurassica: gli storici dettami del guru Arrigo Sacchi sono talvolta fascinosi e ancora vengono bene per rifarsi il look davanti a telecamere e taccuini. Ma niente più: la pratica è altra cosa; perché invece tira – pensa te – aria di restaurazione, in Europa e in Italia. La new age a guardarla bene è in realtà una old age appena corretta. E riguarda tutti, non è questione di categoria o livello: il vento d’Europa, il più nobile e di riferimento, ci dice che le ultime Champions ed Europa League sono state vinte da squadre ultradifensive e votate al contropiede (chiamatele pure ripartenze, fa più figo e moderno, ma la sostanza non cambia) come Chelsea ed Atletico Madrid. I loro allenatori, Di Matteo e Simeone, hanno senza vergogna dimostrato che nel calcio moderno si vince anche senza tenere sempre la palla tra i piedi (vedi calo, quasi crollo, del mito Barcellona…), e piuttosto che, ancorati a una solida retroguardia e ripartendo ventre a terra sfruttando bene gli spazi, si costruiscono vittorie, punti in classifica nei campionati, persino spettacolo e soprattutto vittorie.
Ancora: prendiamo André Villas Boas, il celebrato tecnico portoghese che fu cacciato dal Chelsea, è tornato nella hit parade tecnica dell’Europa del calcio. Come si è rilanciato col Tottenham appena affrontato dall’Inter? Ha dovuto lasciare le Rolls Royce, il fois gras dei superchef e le alte boutique londinesi finendo nei vicoli della ‘provincia’. Ha abbandonato il temerario e zemaniano 4-3-3 passando al più equilibrato e saggio 4-2-3-1. Al diavolo la difesa alta. Ora retroguardia bassa, protetta da due mastini centrali di centrocampo e squadra che viaggia alla grande in Europa League, che è terza in Premier League e al momento virtualmente qualificata per la prossima Champions .
In ordine di tempo l’ultimo esempio ci è vicinissimo: la Juventus blindata sbaraglia il povero (…) Celtic, approda ai quarti di Champions e mette paura all’Europa che ora finge di sorprendersi di quella squadra fatta dei ‘soliti marpioni difensivisti italiani’ che sembra non avere avversari in Champions, come non li ha nella nostra serie A. Dove guarda caso, è prima in classifica, primissima candidata allo scudetto e ha la difesa migliore (18 gol). Altro piccolo ‘dettaglio’: nella nostra ‘A’ la seconda in classifica è il Napoli, anche qui guarda caso seconda nella graduatoria dei minor numero gol subiti (22). Pensiero agli immortali integralisti ‘sacchiani’: sarà una coincidenza…
Portiamo il concetto dalle nostre parti: la riconversione tattica di Mazzarri, che sta pensando al passaggio dalla ‘celebrata’ difesa a 3 al più prudente e scaltro 4-3-1-2, va proprio in questo segno. E poi le sicurezze che offre là in mezzo il ‘trattore’ Behrami, insostituibile diga della mediana, non sono barattabili con niente e nessuno. Di lui sentiamo dire: “ma ha piedi ruvidi…”. Certo, fallo anche col piede di velluto non stava certo a sfangare e a sudarsi il posto nel centrocampo nel Napoli…

Fonte: Il Roma

La Redazione

M.V.

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