Centomila occhi lucidi e chissà quante lacrime. Cinquantamila persone in piedi e centomila mani a ritmare il saluto per quasi cinque minuti. La standing ovation il coro assordante: “Gianluca Grava-Gianluca Grava”. Lui, che del Napoli è l’ultimo reduce della serie C, e che della storia recente di questa squadra e di questo club ha scritto pagine vere con il sudore e il sacrificio, è rimasto così, colpito, impietrito e scolpito nella gioia ad ammirare la scena. A gustarsi l’amore. Trafitto nel cuore che ha mostrato alle telecamere, e dunque al mondo, sfilandosi la maglia: “Ti Amo”, la dichiarazione griffata sulla canotta azzurra indossata sulla pelle. “Ti Amo”: per sempre. Infinito. Come lui, Grava il soldato. L’emblema, il simbolo, il totem: quella di ieri potrebbe essere stata la sua ultima partita al San Paolo. O forse l’ultima da giocatore nel suo stadio. L’ultima da capitano. O magari no, chissà. Magari prolunga il contratto o lo traduce in un rapporto dirigenziale. Si vedrà. Fatto sta che quel, “Ti Amo”, è un messaggio chiaro: lui, al Napoli, non vorrebbe rinunciare mai. E l’ovazione del San Paolo è la risposta: per sempre azzurro. Per sempre insieme.
CHE EMOZIONE – E allora, la passerella. Meritata, quella concessagli da Mazzarri all’11’ del secondo tempo: entra Insigne, esce Grava, e i cinquantamila del San Paolo si alzano in piedi ad applaudire l’irriducibile. Non s’è mai risparmiato, Gianluca, mai, e anzi per giocare d’anticipo, sempre e comunque il suo marchio di fabbrica, un paio di anni fa sul campo ci ha lasciato anche un ginocchio. Con la Fiorentina, per la precisione: poi, il calvario e la ripresa. Costante, in evoluzione continua come il soffio degli anni: 36, quelli festeggiati il 7 marzo.
IL TIMORE – Un compleanno speciale, l’ultimo: più bello e intenso degli altri, c’è da scommetterci, considerando che soltanto a Natale il mondo gli era crollato addosso. A lui e a capitan Cannavaro: squalificati per sei mesi, salvo poi essere assolti per innocenza assoluta. Che amarezza, che brividi pensare di poter chiudere la stagione e magari la carriera così, con il cappio al collo di un’ingiustizia intollerabile. Acqua passata, comunque. Mentre indimenticabile sarà la (successiva) soddisfazione della prima presenza da titolare della stagione: Napoli-Catania, Mazzarri lo rilancia dal primo minuto dopo un anno o giù di lì e lui ruggisce come sempre. Come ieri.
IL FUTURO – Intramontabile. Immarcescibile. Anima gentile e sorridente dello spogliatoio – nonché il più grande autore di scherzi – e gladiatore in campo. Implacabile. Il miglior marcatore vecchio stile, uomo su uomo, della rosa del Napoli. La squadra, come il popolo, lo adora. E anche De Laurentiis ha sempre dimostrato una gratitudine e un affetto immensi nei suoi confronti: il giorno dopo il tremendo infortunio con i viola, fu super ad annunciare il rinnovo del contratto a scatola chiusa; e nell’estate 2012 ha replicato. E ora? Il 30 giugno il rapporto scadrà ufficialmente, ma Grava è un simbolo da tingere d’azzurro indelebile: da giocatore o, magari, da dirigente. Sì, è quanto ha sempre detto anche il presidente: «Per lui ci sarà sempre un posto nel Napoli». Perché Gianluca è un pezzo fondamentale del Napoli. E’ un’istituzione. E il popolo, questo concetto, lo ha rimarcato e sottolineato con le lacrime agli occhi. Cinquantamila persone in piedi per un omaggio meraviglioso. Centomila occhi lucidi e altrettante mani irrefrenabili. “Ti Amo”. Il cuore azzurro più della canotta.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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