Vincerà la pigrizia e soprattutto il freddo, stasera, Ottavio Bianchi. Da quando decise di lasciarsi alle spalle panchine e scrivanie non ha mai praticato con assiduità gli stadi, ma l’appuntamento di stasera e tutta un’altra cosa. E non si tratta solo di buoni ricordi per lui che è stato giocatore e allenatore di tutte e due le squadre e che pilotò il Napoli al suo primo, storico scudetto.
Dunque, proprio irrinunciabile Atalanta-Napoli?
«Sì, è una partita che mi intriga molto. Non so se c’entrano anche i sentimenti. Di sicuro c’entra che si ritrovano avversarie due delle migliori squadre del nostro campionato. Due squadre che offrono un buon calcio ed è questo che m’attira. Credo proprio che non ce la farò a starmene a casa».
Già, ma come se l’aspetta Bianchi questo Napoli reduce dalla grande notte di Champions con il City. C’è il rischio che allenti la tensione?
«Questo può capitare. Anzi, capita spesso che squadre, anche le più titolate, dopo un impegno di Coppa abbiano difficoltà. Ma è naturale. I calciatori sono i primi ad annusare l’aria diversa che si respira quando è in arrivo un grande appuntamento: cambia l’interesse dei media, fioccano le interviste, la gente si carica di attese. Aumenta la pressione, insomma. Ovvio, inevitabile che poi, passato il grande evento, la tensione cali».
Quindi, tra l’Atalanta che a questo appuntamento ci arriva caricata a mille e il Napoli reduce dalla vittoria sul City, quelli che rischiano di più sono gli azzurri?
«Non ho detto questo. Però l’esperienza insegna che ci sono squadre che, abituate a vincere, archiviato un successo ne cercano immediatamente un altro e altre squadre, invece, che non sono abituate a questo. Un esempio? Lo prendo da un altro sport. Federer vince quasi sempre, ma non fa mai salti di gioia dopo una vittoria. Per un altro tennista, invece, battere Federer è come fare il colpo della vita. E allora son capriole. Chiaro il concetto?».
Chiarissimo. Ma il Napoli a quale categoria di squadre la iscriviamo?
«Il Napoli si sta abituando a stare in prima fascia. Due stagioni fa s’è qualificato per l’Europa League e nell’ultima per la Champions dopo essere stato anche in corsa per lo scudetto. Quindi, non è detto che stasera debba andare per forza in sofferenza. Anzi».
Comunque sia, occhio a quest’Atalanta che senza penalizzazione sarebbe al quinto posto.
«Su questo non c’è dubbio. L’Atalanta è la vera bella sorpresa di questo campionato. Ha alle spalle un solido club, un allenatore che sa fare il proprio mestiere e anche un buon organico. In quanto alla penalizzazione, ebbene, vado un po’ controcorrente: credo che proprio quel meno sei e la consapevolezza di doversi superare per evitare rischi abbia moltiplicato le forze della squadra».
Quindi, attento Napoli!
«Dipende. Dipenderà da come si metterà la gara. Una cosa è certa: se l’Atalanta lascerà spazio al Napoli per il suo micidiale contropiede, beh, allora povera Atalanta. Se invece sarà corta e fitta, potrebbe essere il Napoli ad aver problemi. Pure per questo sarà una bella sfida».
Contropiede. Lo sa che ci sono allenatori ai quali questa parola proprio non va giù?
«Lo so. Ma non capisco perché debba suonare a mo’ d’offesa. Il contropiede, come lo chiamo ancora io, è un sistema di gioco che se fatto bene non perdona. Ma per farlo come si deve bisogna avere i giocatori giusti. Con le caratteristiche giuste per ribaltare il gioco in un momento. Il Napoli li ha. E non sono stati forse uno spettacolo di calcio certi gol, ne ricordo alcuni straordinari di Cavani, fatti proprio in questo modo? Dico un’eresia: se potesse, anche il Barcellona giocherebbe in contropiede. Di sicuro risparmierebbe un mucchio d’energie».
Lasciamo il Camp Nou e torniamo a noi. Il Napoli in campionato è un po’ in ritardo, ha qualche rimpianto.
«Questo è vero. Avesse fatto con le cosiddette “piccole” quel che ha saputo fare contro il Milan e l’Inter ora sarebbe in fuga, ma, sarà anche perché in questo discorso mi sento assai di parte, io non mi preoccuperei. Il Napoli ha tempo per recuperare. E ora che ha messo al sicuro il passaggio del turno in Champions League?».
In verità c’è di mezzo ancora il Villarreal.
«Non voglio neppure pensare ad eventualità diverse. I problemi del Villarreal sono sotto gli occhi di tutti. Parlo così perché per me al novantanove virgola novantanove per cento il Napoli in Champions è già agli ottavi».
Amen. Dunque, diceva che il campionato padroni ancora non ne ha e quindi il Napoli può puntare in alto.
«Proprio così. Per la corsa scudetto il Napoli non ha compromesso le sue chance. Ha tutto per poterci puntare: gioco, eccellenti calciatori, un pubblico entusiasta e, cosa per me ancora più importante, un club con i bilanci sani. Sono stato sempre un feroce oppositore di quello che oggi viene definito doping amministrativo e che una volta chiamavamo più semplicemente debiti. Per me i conti a posto valgono come e più di un grandissimo successo. E con i tempi che corrono, solo chi ha solidi bilanci può fare strada».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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