Quando dici Siena e Coppa Italia in automatico pensi alla Mens Sana Montepaschi e al suo condottiero, Simone Pianigiani, che nel basket dal 2008 in poi non si è mai lasciato sfuggire neppure per un anno il trofeo tricolore. E invece, un napoletano che compirà 55 anni il prossimo 30 aprile, al suo primo anno di serie A, cosa s’inventa? Un calcio tutta fame e fantasia che trascina i bianconeri del pallone a una storica semifinale da giocare al San Paolo e, per di più, con il vantaggio del 2-1 rimediato in casa all’andata.
E così una città che prima era pazza solo della pallacanestro si ritrova ai piedi di Giuseppe Sannino, napoletano di Ottaviano, l’allenatore dei toscani che tra i suoi sogni, neppure mai nascosti, ha quello di allenare il Napoli. Eppure il tecnico che piace a tutti, domani sera per la prima volta nella sua lunghissima carriera metterà piede nello stadio della sua terra d’origine, quello che non ha mai visto neppure da bimbo. Perché dalle pendici del Vesuvio dove è nato, si è subito trasferito con la famiglia al Nord, a Torino. Sannino ha 54 anni – e perciò non è di primo pelo – ma solo domani farà il suo debutto a Fuorigrotta. Perché la sua è una carriera fatta di gavetta, tantissima, nei campi di provincia. Dove ha sempre e solo collezionato promozioni e trionfi. «Solo dal Pergocrema andai via – ricordò un giorno – Non facevano che insultare me e i napoletani per la storia dei rifiuti. Vinsi il campionato e feci le valigie».
Sannino e il suo Siena sono il simbolo di un calcio normale. Il suo è soprattutto un calcio pratico e senza presunzione. Corsa, pressing, aggressività. «Voglio che i miei giocatori vadano a prendere gli avversari ovunque». Fino alla scorsa estate non era nessuno, oggi Sannino è diventato un personaggio. Lo cercano le tv, lo chiamano i giornali. Quest’oggi sarà ospite d’onore del Consiglio comunale della sua cittadina, Ottaviano, dove il sindaco e tutti i consiglieri, in maniera bipartisan, gli consegneranno un’onoreficenza speciale. «Sono contento – dice – ci vado volentieri. Sono cittadino del mondo, ma quella è la mia terra, ho ancora tanti parenti ma ci manco da tantissimi anni», spiega Sannino.
La sconfitta interna con il Novara gli ha un po’ rovinato la festa Coppa Italia. Avesse battuto la squadra di Tesser ora sarebbe a + 9 dalla zona salvezza e domani avrebbe potuto permettersi scelte differenti. Invece dovrà fare qualche rinuncia. Vince anche con nove-dieci giocatori italiani in formazione, a modo suo una piccola rivoluzione. «Noi abbiamo un unico obiettivo – ha spiegato – ed è la salvezza. Alla Coppa Italia nessuno ci pensa veramente».
Ovvio che non è vero. Il Siena ci ha preso gusto, dopo aver fatto fuori, a partire dal 20 agosto, prima il Torino, poi il Cagliari, il Palermo e nei quarti il Chievo. E nessuno osi dire che il Siena arriva al San Paolo solo per pure caso.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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