Oscar Magoni, ex calciatore dell’Atalanta e attuale DS della Feralpisalò ha rilasciato alcune dichiarazioni a SerieANews.com.
Come si spiega questo momento dell’Atalanta? E’ finito un ciclo?
“L’Atalanta quest’anno ha avuto molti infortuni soprattutto in attacco. Ha giocato tante partite senza attaccanti di ruolo e questo ha naturalmente inciso anche sui risultati. Se è finito un ciclo o no lo vedremo, l’Atalanta negli ultimi anni ha fatto cose meravigliose e ha deliziato il pubblico bergamasco con tante belle partite. Ha avuto una grande crescita, ora è in un momento di calo, ma ci può stare. I tifosi atalantini non possono fare altro che ringraziare la società e i giocatori, dunque essere contenti di quello che è stato fino ad oggi”.
La nuova proprietà ha ricevuto delle critiche visto che era anche nella cordata per l’acquisizione del Chelsea.
“Io penso che prima di criticare, bisogna vederli all’opera e vedere cosa proporranno. Li giudicheremo per quello che faranno. Finora hanno solo rilevato la società, quindi non possiamo dare dei giudizi col preconcetto che facciano delle cose sbagliate. Vediamoli all’opera e poi vedremo”.
Cosa ne pensa del caso Catania?
“E’ una pagina brutta del calcio italiano, perché purtroppo il Catania era già da qualche anno che era in una situazione molto complicata. E’ stato portato avanti fino al punto tale dove la società ha dovuto fallire dentro un campionato a quattro domeniche dalla fine. Credo che sia un errore, purtroppo è uno dei vizi sbagliati che il calcio italiano si porta dietro”.
Per quanto riguarda la figura del direttore sportivo in Italia, è il caso di dire che vincano sempre gli stessi?
“Non sono molto d’accordo con questa riflessione. La Cremonese, per esempio, ha Giacchetta che è al primo anno che fa la Serie B. Ha sempre fatto la Serie C. Lì sta vincendo un campionato. Dunque credo che i direttori sportivi abbiano varie sfaccettature, tra le quali il fatto di operare liberamente. Ci sono ds che invece non riescono ad avere questa carta bianca. Ogni club è soggetto al proprio stile e al proprio modo di fare calcio con determinati presidenti che sono più o meno invadenti”
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