Nel corso della lunga intervista concessa ai colleghi di Rivista Undici, Lele Oriali ha parlato del suo ruolo in Nazionale e del rapporto con Ventura e Conte: “Il ruolo che mi sono ritagliato è atipico: non è quello del team manager di un club, che si occupa di questioni organizzative, è quasi quello di un direttore sportivo. Solo che qui non ci sono trattative e giocatori da comprare. La competitività non si improvvisa. Si crea nel tempo, con i comportamenti, la serietà, con la convinzione non di arrivare ad alti livelli, ma di rimanerci. È come una convocazione in Nazionale: non hai risolto quando arrivi, ma da quel momento cominci. E vai avanti se hai delle qualità importanti. Prima copiavano da noi, ora dobbiamo metterci al passo: creare un ciclo che duri. E quello si crea facendo crescere i nuovi talenti”.
Su Conte e Ventura: “Prima di partire per l’Europeo io e Conte ci confrontammo. Avevamo poca scelta e solo una via per giocarcela: creare un gruppo, costruire una squadra. A vedere i risultati ci è riuscito piuttosto bene. Ora lavoriamo avendo recepito il messaggio di Tavecchio: creare un movimento competitivo. Abbiamo una strada tracciata, stiamo spendendo molte energie per i giovani, arriveranno i risultati. Magari non nell’immediato, ma nel futuro, per chi ci sarà. Noi speriamo di esserci e raccogliere i frutti di questo lavoro, ma la nostra missione è proprio porre le basi per riportare il calcio italiano dove compete, dove è sempre stato. E dove non era più: abbiamo smesso di essere esempio internazionale”.
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