La Digos all’alba a Coverciano. Ore 6,25. Due auto, una Croma color piombo e una Bmw grigio chiaro, entrano nel centro sportivo federale dove la Nazionale di Cesare Prandelli sta preparando l’avventura a Euro 2012. Gli azzurri dormono, di solito si alzano verso le otto. Stavolta saranno in piedi prima. Sorpresi dal blitz, deciso dal pm Di Martino. Il custode sveglia Mauro Vladovic, il segretario della Federcalcio. Deve ricevere i cinque poliziotti e accompagnarli nella stanza di Domenico Criscito. Con lui c’è Andrea Ranocchia, difensore dell’Inter. Gli agenti, dopo aver perquisito la camera e sequestrato l’iPad e il computer portatile (non i telefonini), hanno consegnato al terzino sinistro dello Zenit di Luciano Spalletti un avviso di garanzia per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.
Dieci ore e mezza dopo, sul pullman che sta portando l’Italia da Firenze a Parma dove stasera è in programma l’amichevole contro il Lussemburgo, il vicepresidente federale Albertini, arrivato in mattinata a Firenze, avverte Leonardo Bonucci, centrale difensivo della Juve: anche lui è iscritto al registro di indagati dalla Procura di Cremona per frode sportiva. Materialmente non ha ricevuto l’avviso di garanzia perché per un gentleman agreement tra procure spetterà a quella di Bari (ha già ascoltato due volte il giocatore bianconero) consegnarlo. Ma se Criscito perde l’Europeo, per ora la Federcalcio e Prandelli non lasciano fuori Bonucci dalla lista dei 23 convocati che oggi, entro le ore 12, dovrà essere consegnata all’Uefa. Chissà se dopo la notte la situazione cambierà. In ritiro a Parma di giocatori il cittì ne ha portati 25: Balzaretti per sostituire il difensore dello Zenit e Ranocchia, ufficialmente per Chiellini che non è al top e ufficiosamente per il bianconero. In più c’è Destro, il sesto attaccante. Bonucci affida a Facebook il suo pensiero: «La verità verrà a galla e chi non ha colpe ne uscirà più forte di prima».
Criscito alle ore 14,20 ha lasciato Coverciano, su una Fiat Multipla, accompagnato dai due legali. Direzione Versilia, a Cinquale. Lì ha raggiunto Pamela e il piccolo Alfredo, il suo bimbo di quattro mesi. Aveva tranquillizzato la moglie solo dopo le tre ore passate con il responsabile della Digos che gli ha notificato l’atto e con l’agente incaricato di mettere tutto per iscritto. Firmato il verbale, Criscito è stato raggiunto in stanza da Prandelli. Il giocatore ha pianto davanti al cittì, anche lui commosso. Ma chiaro: ha subito comunicato a Criscito che sarebbe stato escluso dall’elenco dei convocati. Il difensore ha provato a dirgli di aspettare fino a stamattina. Tant’è vero che, quando sono arrivati i due avvocati, Criscito ha chiesto loro di mettersi in contatto con il pm Di Martino. Per essere ascoltato subito e salvare l’Europeo. Perché non si voleva arrendere. «Decido io quando chiamarlo» la risposta da Cremona e l’addio all’avventura continentale. Paga proprio perché la sua posizione è marginale.
Criscito non si allena. Ma va dai compagni. Parla a bassa voce: «Io non c’entro, ero solo con due ultrà». Voce bassa. Più tardi dirà: «Come volete che stia? Non ho fatto niente, sono estraneo a tutto. Mi contestano una foto in cui ero a pranzo con due tifosi e con Sculli, mio amico, per parlare del derby. Non mi brucio la carriera per venti, trenta, quarantamila euro. Per fortuna non ho bisogno di soldi. E chi mi risarcirà del danno di avermi tolto l’Europeo».
A Coverciano, ospiti di Prandelli, arrivano Farina e Pisacane che denunciarono la corruzione nel calcio. «È il giorno sbagliato, ammette Farina. «Criscito mi ha regalato la maglia con cui sarebbe andato all’Europeo» rivela Pisacane.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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