(ANSA) – ROMA, 20 GIU – “Non chiediamo gli Stati Generali del buon senso e della logica, di cui pure si sentirebbe il bisogno, ma almeno di essere seriamente ascoltati, e a questo punto non potremo che rivolgerci direttamente al presidente Conte. Anticipiamo l’indignazione perche’ situazioni uguali o simili vengono diversamente trattate in un sol colpo, per quanto riguarda il giornalismo, travolgendo gli articoli 3 e 21 della Costituzione. Persistono in vari rapporti con istituzioni statali, e a cascata comunque pubbliche, paletti posti ai giornalisti che sono incompatibili con coeve disposizioni riguardanti altri aspetti della ripresa. Emblematico il caso del calcio dove, anche se a porte chiuse, si calendarizzano gli eventi in maniera tale da arrivare subito all’assegnazione di un trofeo e poi ci si scandalizza che i tifosi lo festeggino. L’Ordine dei Giornalisti e’ vicino alle proteste che i colleghi stanno spontaneamente organizzando mentre si sente danneggiato, in qualita’ di massimo rappresentante della categoria, pensando che si stia valutando il ritorno del pubblico sugli spalti mentre ricomincia il campionato e, a chi ha il diritto-dovere di informare, viene ancora precluso l’accesso”. A ribadirlo, in una nota, sono Carlo Verna e Guido D’Ubaldo, presidente e segretario del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. “Gia’ mille persone possono, da inizio settimana, entrare in un anfiteatro all’aperto, solo 300 in uno stadio di gran lunga piu’ capiente e con facili possibilita’ di distanziamento. Nel numero si contano insieme raccattapalle e giornalisti oltre che giocatori e arbitri. Lo riteniamo inaccettabile, ribadendo la richiesta: Non un accredito di meno”, concludono.
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