Almeno si faranno compagnia. Mal (quasi) comune, mezzo gaudio si dice. E anche obiettivi comuni sfumati, come le chiamate in nazionale. Per quanto si possa trovare sollievo in una (doppia) situazione del genere. Maledetti infortuni, per l’uno e per l’altro: diversi però dovrebbero essere gli stati d’animo. Perché il colombiano se lo trascina da più di un anno e per il napoletano è roba freschissima. Perché Insigne dopo il colpo di mannaia arrivato a tradimento, ha fatto il pieno di endorfine per affrontare al meglio la nuova sfida con se stesso. Quella sempre piuttosto complessa della guarigione da infortuni piuttosto seri. Mentre Juan Camilo da Chigorodò, se non avrà il morale sotto i tacchi, poco ci manca. Visto che quest’accidente lo perseguita da un bel po’, lo interrompe sempre quando sta per dare il meglio di sé. Facendolo sembrare un incompiuto, trovatosi a vagare in un vicolo cieco.
IN COMPAGNIA. Ma, almeno per un pezzo di percorso (di riabilitazione), si faranno compagnia e proveranno a tirarsi su vicendevolmente. Trattandosi di ginocchia le terapie dovrebbero coincidere per un periodo. Lo staff medico capeggiato dal dott. Alfonso De Nicola, che si avvale della collaborazione di terapisti di prim’ordine, ha già varato un programma comune per i due azzurri, fatto naturalmente di manipolazioni ma anche di molta piscina, dove si possono fare i movimenti giusti con il peso del corpo alleggerito di circa il 90%. E quindi riducendo i tempi di recupero. Come annunciato sul sito ufficiale della società, Zuniga è stato ricoverato per un paio di giorni nella clinica San Rossore di Pisa e sottoposto ad un primo ciclo terapeutico con le staminali sotto la supervisione del prof. Enrico Castellacci, medico della nazionale (protocollo seguito con successo anche dal tennista Nadal per problemi alla schiena). La risposta è stata immediata e incoraggiante, tanto che Zuzù ha potuto far ritorno alla base martedì e mettersi subito a disposizione del pool di fisioterapisti che lo seguiranno fase per fase. Al momento anche in compagnia di Insigne, fresco di operazione al ginocchio. Poi i tempi di Lorenzo saranno più lunghi.
OTTIMISMO. Al momento, quello che più conforta è che, per l’eclettico esterno “ambifascia”, non si prospetterebbe un ritorno sotto i ferri. Lo stesso che gli fece perdere quasi un’intera stagione (a partire dalla sfida contro l’Arsenal all’Emirates Stadium), con soli quattro match disputati da titolare, e lo fece riapparire in campo solo contro la Samp (11 maggio) e poi il Verona, in tutto per nemmeno un’ora. Poi però riuscì a rendersi arruolabile e quindi abile per ben quattro partite ai mondiali brasiliani, saltando solo quella con il Giappone, ed attirandosi qualche critica. Tornato dal Brasile s’era messo di buona lena per farsi trovare pronto da Benitez, per rientrare fra i ranghi in maniera credibile. Cosa che gli era peraltro riuscita. Pur non essendo ancora pronto però per i preliminari di Champions (peccato…), era riuscito poi a giocare sei match di campionato (di cui cinque per intero), pochi minuti contro lo Sparta Praga e un paio di amichevoli con la nazionale. Fino a Inter-Napoli, dov’era tornato terzino sulla destra. Insomma, il morale non dev’essere dei migliori ma, di certo, Zuzù non ha intenzione di mollare, anche perché potrebbe essere sulla strada giusta. Tempi di recupero? Ancora indefinibili: forse un paio di mesi, forse qualcosa in più. Ma forse si intravede l’uscita, dopo un anno tribolato e vissuto pericolosamente.
Fonte: Corriere dello Sport
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