«Non c’erano ferite di arma da taglio, se ci fossero state sarebbero state refertate e quel paziente sarebbe stato subito operato». Difficile pensare che il dottor Giandomenico Logroscino abbia ritrattato ieri pomeriggio quanto dichiarato a una radio pochi giorni fa; difficile pensare che ieri pomeriggio abbia raccontato una storia diversa al pm che indaga sulla morte di Ciro Esposito. A porte chiuse, è durata meno di un’ora la testimonianza resa dal medico del policlinico Gemelli che, la sera del tre maggio scorso, intervenne per primo sul paziente Daniele De Santis, il tifoso giallorosso rimasto ferito negli stessi incidenti culminati nella morte di Ciro Esposito. Indagine per omicidio, la Procura di Roma si è soffermata su una circostanza non secondaria per ricostruire gli scontri avvenuti prima della finale di coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, vale a dire sulle presunte ferite di arma da taglio all’altezza dell’addome dello stesso DeSantis. Interrogato il medico del Gemelli, sentito come persona informata dei fatti, l’acquisizione di testimonianza è avvenuta su istanza dei difensori della famiglia di Ciro Esposito, i penalisti Angelo e Sergio Pisani. Indagini difensive, il pm formula le domande al teste indicato dai legali della famiglia napoletana. C’è un colpo di scena: la Procura decide di secretare il contenuto dell’interrogatorio, segno evidente della rilevanza investigativa della deposizione offerta dal dottor Logroscino. Un dato tutt’altro che secondario per ricostruire la dinamica di quel pomeriggio di follia nei pressi dello stadio Olimpico. Indagato di omicidio, per aver esploso il colpo di pistola che ha ucciso Ciro Esposito, Daniele De Santis sarà interrogato nei prossimi giorni dallo stesso pm romano. Ma c’è un punto controverso, su cui si cerca di fare chiarezza,a proposito delle presunte ferite di arma da taglio riscontrate all’altezza dell’addome di De Santis dai medici di Viterbo,dove il tifoso romano è agli arresti. Stando al referto del centro clinico di Viterbo, De Santis avrebbe impugnato l’arma e ucciso Ciro Esposito solo dopo essere stato sopraffatto dai napoletani, magari dopo aver ricevuto fendenti alla pancia. Una versione che però stride con il referto medico del policlinico Gemelli, dove Daniele «Gastone» DeSantis è stato medicato in prima battuta. Dirimente la testimonianza resa da Giandomenico Logroscino. Pochi giorni fa, nel corso di un’intervista resa al «giornale radiouno», il medico ha fatto una ammissione a senso unico: «Se ci fossero state lesioni di arma da punta da taglio all’addome, lo avremmo curato». Una versione probabilmente ripetuta ieri pomeriggio, in presenza dei difensori della famiglia di Ciro Esposito, ma anche del pm. Facile immaginare – al di là dello stretto riserbo investigativo- che il medico abbia ripetuto la stessa versione resa tra i denti al giornale radio, quanto basta comunque a mantenere irrisolto un problema: possibile che le coltellate a De Santis non siano state notate al Gemelli e nel carcere Regina Coeli, per essere poi refertate mesi dopo a Viterbo?
Fonte: Il Mattino
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