Mauro Sarmiento ha pronta una dedica per la medaglia d’oro. «Sarà per mio figlio, nascerà a gennaio». Argento nel taekwondo a Pechino 2008, il campione di Casoria – ammirato anche da Ibrahimovic, patito di questo sport – forse rivedrà i progetti per il prossimo anno. «Avevo deciso di sposarmi ad agosto 2013, giusto un anno dopo i Giochi. Forse anticiperò di qualche mese per il bimbo in arrivo». La moglie è una collega: Veronica Calabrese era nella squadra di taekwondo a Pechino.
Sarmiento, lei è il napoletano che ha maggiori chance di salire sul gradino più alto del podio.
«Migliorare il risultato del 2008 significherebbe vincere. Penso di essere all’altezza di questo obiettivo dopo quattro anni di lavoro e duri stage, come quello di un intero mese in Corea. Andrò alla cerimonia di apertura il 27 luglio, poi riprenderò ad allenarmi altrove: la mia gara a Londra è il 10 agosto, al momento sono al 60-70 per cento. Gli avversari da battere sono rimasti quelli di quattro anni fa».
Cosa fa se vince l’oro?
«Magari taglio i capelli negli spogliatoi come Hamsik dopo aver vinto la Coppa Italia».
Il presidente Petrucci è cauto e invita a non fare calcoli sulle medaglie d’oro.
«È giusto essere realisti, le sfide olimpiche sono dure. Sono fiducioso per me e per gli altri azzurri. In gara le motivazioni saranno altissime, l’adrenalina salirà in maniera impressionante quando si avvicinerà il grande giorno».
Dopo l’argento a Pechino aveva in mente di creare una struttura per aiutare i giovani di Casoria.
«Mi sarei aspettato un gesto dal Comune, però non è arrivato: non ho sentito vicini gli amministratori. Io porto Casoria nel mio cuore e quattro anni fa sia io che Vincenzo Picardi, medaglia di bronzo nella boxe, l’abbiamo fatta conoscere nel mondo».
È difficile diventare un campione quando si parte da Napoli o provincia?
«Io ho la possibilità di allenarmi presso le strutture dell’Esercito. Non ho ancora deciso dove andrò a vivere. Non a Napoli, forse a Roma o a Mesagne, il paese della mia compagna. Io sono fisicamente distante, però penso spesso a Napoli. Sono orgoglioso delle mie origini e a Londra vorrei lanciare un messaggio positivo per la città».
Quale?
«Noi napoletani riusciamo ad eccellere nello sport, la nostra terra non è solo camorra o cumuli di rifuti. C’è un’altra immagine che possiamo diffondere attraverso i nostri sacrifici e le nostre vittorie».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro