Il match delle 20e45 vede affrontarsi due big: Olanda e Germania. Il bellissimo impianto ucraino di Kharkiv, casa del Metalist, squadra dell’ex azzurro José Sosa, è scenario di una partita molto importante e, per questo motivo, affrontata con concentrazione e diligenza dalle due compagini. La Germania impone sin dalle prime battute il suo gioco e detta il ritmo della gara grazie a Bastian Schweinsteiger, Thomas Müller e Mario Gomez. Il blocco del Bayern di Monaco rappresenta lo zoccolo duro della nazionale tedesca, non a caso il meritato vantaggio teutonico nasce dalla combinazione vincente tra Schweinsteiger e Gomez; il biondo centrocampista pesca benissimo il torero che, al 28esimo, s’inserisce alla grande tra i difensori orange e trafigge Stekelenburg. Tra gli ‘italiani’ in campo l’unico a mettersi un po’ il luce è il portiere olandese della Roma che, al minuto 32, ferma alla grande un colpo di testa da distanza ravvicinata di Badstüber. Prestazione opaca ed indolente, invece, per il nerazzurro Sneijder. Al 37esimo la Germania legittima il dominio mettendo a segno il 2 a 0: Gomez questa volta insacca con un potentissimo diagonale da posizione angolata; a servirlo ancora una volta il compagno di club Schweinsteiger. I Tedeschi fanno girare molto bene il pallone perché gli olandesi pressano poco e, soprattutto i calciatori del reparto avanzato, s’intendono poco. Pochi secondi prima del duplice fischio Stekelenburg fa un altro miracolo sul calcio di punizione battuto da Schweinsteiger e deviato, pericolosamente, da Robben. La prima frazione si chiude 2 a 0 per la Germania che ha, praticamente, annullato l’Olanda.
Nella ripresa il C.t. olandese, Bert Van Marwijk, corre ai ripari e butta subito dentro Van der Vaart al posto di Van Bommel ed Huntelaar al posto di Afellay, ma il copione non cambia perché è la Germania a fare la partita ed a creare pericoli: al minuto 52 è ancora Stekelenburg ad essere protagonista sulla doppia conclusione di Hummels, difensore centrale in forza al Borussia Dortmund che si dice piaccia molto a Mazzarri. Al 57esimo assistiamo al primo lampo dell’Olanda grazie alla conclusione di Van Persie respinta alla grande da Neuer. Anche stasera, come contro la Danimarca, il centravanti olandese, oggetto dei desideri della Juve al pari di Cavani, non sembra essere in grande condizione. Gli orange cercano di rialzare la china ma non sono in grado di imbastire alcuna manovra di gioco, difficilmente riescono ad eseguire più di tre passaggi di seguito perché la Germania è in pieno controllo. Al 70esimo azione eccezionale di Robben che smarca Sneijder, la cui conclusione viene murata alla grande da Jerome Boateng. Siamo in un momento chiave del match; al 72esimo esce Gomez, autore dei due goal e di una prestazione generosa, per fare spazio al laziale Klose. Subito dopo il cambio, però, arriva il goal di Van Persie che, non appena ha avuto un po’ di spazio, è riuscito a concludere con un tiro potente e preciso, imprendibile per Neuer. D’un tratto la partita si riapre e s’infiamma, la Germania sembra accusare il contraccolpo psicologico ed allora gli olandesi ci credono. Il match diventa bellissimo perché gli orange cominciano a macinare gioco ed i tedeschi iniziano ad accusare la stanchezza e per questo Low corre ai ripari inserendo un centrocampista di maggiore copertura come Kross al posto di Mesut Ozil, ma la Germania è contratta e riesce a giocare solo in orizzontale. Anche Van Marwijk procede all’ultimo cambio a sua disposizione e, al minuto 82, toglie uno spento Robben in favore di Kuyt, quest’ultimo ormai prossimo a vestire la maglia del Fenerbhaçe. All’89esimo si assiste ad una sorta di derby romano all’interno del match: Klose va a pressare un distratto Stekelenburg che stava per combinarla grossa concedendo la rete all’attaccante biancoceleste; il portiere giallorosso è quasi riuscito a buttare al vento tutto il lavoro che lui stesso ha fatto per mantenere in partita la sua squadra. Dopo tre minuti di recupero il risultato non cambia: Germania batte Olanda 2 a 1, orange ancora a zero punti nel girone.
A cura di Luigi De Magistris
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