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“Oggi i calciatori non sono più “proprietà” dei presidenti”

Paolo Rossi non ha peli sulla lingua

«Ai miei tempi un calciatore era di proprietà della società: il presidente decideva se tenerti o cederti, poi le situazioni sono cambiate e il calciatore ha avuto voce in capitolo. È legittimo che un giocatore decida di cambiare squadra, non so se per ragioni economiche o di altro genere. Un fatto è sicuro, invece: Lavezzi ha dato tanto al Napoli, contribuendo a portarlo in alto, ed è ingeneroso fischiarlo. Anche io ho cambiato tante squadre, ma non per ragioni economiche: semplicemente avvertivo tale esigenza. Non comprendo questo aspetto del calcio di oggi, un tempo l’attaccamento alla maglia era più sentito. I calciatori, oggi, sono mercenari. Ma non voglio offendere, sottolineo un aspetto della professione che potrebbe infastidire i tifosi. Ad esempio, leggo che Ibrahimovic pensa di lasciare il Milan dopo soli due anni. Un tifoso rossonero si dovrebbe chiedere cosa spinge un campione ad avere una simile idea: una volta arrivare al Milan o al Barcellona era il massimo, il punto di arrivo, mentre ora…»

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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