Ancora tu… ma non dovevamo vederci quasi sempre in Europa League o Coppa Italia che sia? Ma no, non sia mai detto. Anche in campionato, eccome. Totò Aronica, l’uomo in seconda battuta, ma le cose non stanno proprio così, a dispetto delle gerarchie ipotizzate nel gioco delle coppie, ma anche a dispetto di un’anagrafe con un bel 34 in evidenza. Sarà, ma non si vede assolutamente, e per di più lui è più ragazzino di tanti nel Napoli, in campo ma anche fuori.
Carattere gioviale, scherzoso, da genuino palermitano cotto al sole di Mondello, doti da cabarettista quando ci vuole, ma puntuale e preciso quando c’è da fare sul serio.
INDISPENSABILE – Una garanzia, un jolly imprescindibile, adatto a tutte le situazioni: ecco perché è un fedelissimo di Mazzarri (che non lascia mai nulla al caso), ecco perché De Laurentiis gli ha prolungato con estremo piacere il contratto per un anno (fino al 2013) con opzione di un altro se dovesse arrivare a quota 23 presenze, il minimo nel primo anno di Napoli. Avrebbe fatto al caso di tante squadre, anche in serie A (Zamparini e il suo Palermo su tutti), ma il Totò arrivato sino alla Champions per ora non si tocca. Perché? Semplice, c’è bisogno di lui. Alternativa alla meteora Ruiz, posposto a Britos nel gioco del doppio per ogni ruolo, lato sinistro della difesa a tre, ma in campo c’è andato quasi sempre lui. Da laterale, da esterno, anche da centrale al posto di Cannavaro e, quello che più conta è che nessuno mai si è lamentato. Perché ci ha sempre messo cuore, polmoni e gambe a profusione e con risultati garantiti.
GARANTISCE MAZZARRI – Il marchio di garanzia del tecnico di San Vincenzo risale al periodo amaranto. Con la Reggina i due si resero protagonisti di un’impresa senza precedenti: la salvezza nel 2006/07 a dispetto di 15 punti di penalizzazione (ridotti ad 11), con tanto di cittadinanza onoraria per entrambi, alla fine portati in trionfo. I due si sono ritrovati in azzurro (Aronica era arrivato un anno prima, nel 2008) ed il buon Walter non ha voluto più privarsene. Molto ben visto anche da Reja e Donadoni, quando si è ricongiunta la coppia della Reggina le cose sono andate ancor più a gonfie vele. Il buon Totò è tornato a scalare la personale classifica di presenze, totalizzandone con l’attuale mister, 80 in serie A nelle ultime tre stagioni (23, 26, 31). Ma, se proprio vogliamo allargare la visuale, a questo score vanno aggiunte le 35 presente in amaranto, quelle dell’impresa. Quindi Aronica in serie A con Mazzarri vanta un totale di 115 presenze. Niente male, no? “High fidelity” a dir poco.
ANCORA LUI – Non ci sono Zuniga e Dossena per squalifica? Fa nulla, lui c’è. Eccolo sgambettare a tutto campo nella prima di campionato, solo tre settimane fa, e per giunta nella sua Palermo. Un bell’inizio non c’è che dire, da esterno di centrocampo, in perfetta simbiosi con quel Miguel Angel Britos di cui a lungo è stato il “supplente” nella scorsa stagione. E adesso nuovo giro e nuova corsa: altro acciacco per il corazziere uruguaiano (fermato da un problema muscolare al quadricipite della gamba sinistra, riportato in allenamento) ed altra ghiotta occasione per Totò, pronto a riprendersi il lato mancino della difesa a tre, di fianco all’inseparabile amico Paolo Cannavaro, con la consueta tenacia ed applicazione, in uno schema che ormai non riserva più segreti per il “lucchetto” palermitano. Napoli-Parma, oggi, dopo la Fiorentina (era in panca ma come sempre scalpitante) ancora una volta a rispondere presente nel trittico difensivo che ha fatto per più anni le fortune del Napoli, ed arrivato persino ad opporsi ai mirabolanti attacchi di superpotenze come Bayern e Chelsea. Spesso estremo baluardo davanti a de Sanctis quando i compagni si riversavano nella metà campo avversaria. Altre volte, a tutto campo sull’out nella ricerca del cross vincente. E dunque, saranno già due su 38 di campionato, ma poi ci sono le Coppe. Saranno tante le partite ufficiali e perciò svariate le occasioni per un giocatore prezioso ed estremamente versatile come lui. A dispetto dell’anagrafe, a dispetto delle gerarchie ipotizzate e delle opzioni contrattuali.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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