Chiuso per ferie: perché è stata una stagione durissima, cinquantuno partite (e aggiungeteci pure quelle con le Nazionali), lo stress di viverle sempre con l’ansia della prestazione addosso, il peso di chiamarsi Napoli, le gioie, le delusioni e poi anche il dolore d’una notte insopportabile come quella di Roma, con dentro la malinconia, la tristezza. Chiuso per riposo settimanale: mercoledì e giovedì si sta a casa o in giro o a dormire o a poltrire, a far quello che si vuole e si può, perché ormai è andata, la Coppa Italia è in bacheca, i preliminari di Champions sono stati blindati e ciò ch’è stato accumulato, in questi nove mesi, basta e avanza per lanciarsi verso la Sampdoria ed il Verona, per ritenersi in condizione d’affrontare altri centottanta minuti di campo. Chiuso: perché è ormai scritto ciò che serve, un robusto (e però razionale) turn-over, sapendo che ci sarà da fronteggiare un pizzico di emergenza a centrocampo, di avere abbondanza sulle corsie laterali, di poter fronteggiare le assenze pure in difesa. Insomma, si proceda serenamente: in Spagna, in Inghilterra, a casa-Benitez è così che si fa.
Gli interrogativi. Allenarsi, stavolta, è superfluo: va recuperato Reina, va visitato Albiol, va monitorato Behrami, va atteso Higuain, vanno risolti quest’interrogativi che restano, perché il Mondiale è alle porte e sarebbe ingiusto forzare per inseguire il nulla. Reina è uscito alla fine del primo tempo, con il Cagliari, ma già al decimo aveva avvertito noie. Se son dettagli, si capirà. Però è pronto Colombo. Ma c’è un settore da ritoccare, nel mezzo: Albiol ha problemini muscolari di lieve entità che ne sconsigliano la presenza, Britos è squalificato e allora restano Fernandez ed Henrique, con la corsia destra da consegnare a Mesto (o a Maggio) e quella sinistra da affidare a Ghoulam (o a Reveillere). E Zuniga, volendo, può ancora aspettare. La stagione di Behrami è compromessa: a centottanta minuti dal termine e con il Brasile da raggiungere, è inutile azzardare; e il discorso, in termini più blandi, considerata la dolenzia, riguarda pure Higuain. Dzemaili, che ci aveva preso gusto, deve fermarsi: troppi gialli diventano un turno, da scontare a Marassi.
Ritocchi. L’idea del cuscino, che alla fine deciderà, può imprimere una mini- svolta: a centrocampo, non c’è via di fuga, Jorginho ed Inler assieme e qualche minuto anche per Radosevic; tra le linee non mancano le soluzioni: quattro uomini per tre maglie e son sempre i soliti; ed in attacco, funzione-pipita nel caso Higuain debba ancora arrendersi, non può che toccare al Pandev dell’altra sera, due rigori conquistati ed un gol segnato. Poi magari verrà il momento di Zapata, perché un’ora e mezza è tanta….
Fonte: Corriere dello Sport
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