Alquanto spaventato il napoletano Occhiuzzi:
“Oh, Oh, Oh, questi ci pigliano. E invece no, mi sono passati a un metro dal sedere”. «Questi» sono gli americani di Oracle ed il lato B è di proprietà di Diego Occhiuzzi sesto uomo di Hs Racing, l’imbarcazione griffata Red Bull che sta partecipando alle World Series di America’s cup a Napoli. «È stata una esperienza straordinaria – racconta il due volte medaglia olimpica di Londra nella sciabola – è una sensazione di adrenalina pura. Sembra di stare su una Ferrari del mare. Sono abituato alle barche a motore e lì si sente la propulsione. In questo caso pensare che tutto dipende dal vento è fantastico». Innanzitutto la vestizione. «La sensazione è simile a quella delle gare di scherma, una divisa che ti fascia totalmente con le bretelle e non lascia nulla di libero».
Poi il trasbordo dal gommone al catamarano dove in barca c’erano le medaglie d’oro olimpiche Hagara e Steinacher. «Sono stati molto espliciti dicendomi fai tutto quello che facciamo noi». Ed a quel punto Occhiuzzi si è calato la maschera ed ha cominciato la sua gara. «Esattamente. Mi sono completamente isolato così come faccio quando sono in pedana. Non ho pensato a quello che accadeva fuori ma mi sono concentrato su ciò che dovevo fare io: spostare il peso, saltare come un grillo ed assecondare il movimento del catamarano. Sopra di me svettava quell’ala rigida enorme. Sono abituato a pensare alle vele come qualcosa di morbido, è stata una sorpresa». Poi è stato tutto uno strambare, un virare, un vedere i suoi compagni di avventura tirare e mollare la deriva, azionare il carrello e stendere le vele. Fino al termine della regata. «È solo a quel punto che mi sono accorto di quanto fosse bella Napoli dal mare, quanta gente era in via Caracciolo per assistere alle regate, un’emozione pari a quella della gara».
Prossima avventura il volo, ma forse per quella è troppo presto. «La vela mi ha messo le ali però mi hanno chiesto di andare al fianco del pilota autore dello spettacolo. Ho risposto loro: ma siete pazzi? Del resto prima del pilota tedesco Matthias Dolderer che ha volteggiato su via Caracciolo sfrecciando sull’EDGE 540, Occhiuzzi, atleta dell’aeronautica, aveva detto un altro no, alle più autorevoli frecce tricolori. Meglio il mare, in cielo non mi avranno mai».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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