D’accordo blindarlo, d’accordo difenderlo e anche tutelarlo, però ieri Lorenzo Insigne è stato davvero il personaggio del giorno. Del primo giorno di scuola di un Napoli (ancora) vecchio stile, di cui lui, il Nano, come lo hanno sempre chiamato da queste parti, è la stellina che brilla di luce e talento. E curiosità: Napoli ha voglia di impazzire per lui, c’è poco da fare, ma gli occhi di Lorenzo restano bassi. Umiltà e sacrifici. E poi l’emozione, immensa, di un ragazzo di 21 anni che ieri ha cominciato la scalata verso il sogno: ritrovare il San Paolo da giocatore del Napoli e non più da ragazzino della Primavera. Da uomo.
MAMMA E PAPA’– E allora, bentornato Insigne. E ben arrivato, di buon mattino, seduto in macchina insieme con i genitori. Sì, ieri ad accompagnarlo al centro sportivo di Castelvolturno per il raduno sono stati papà Carmine e mamma Patrizia. Tutti insieme appassionatamente. Uniti come sempre, come mai, perché Lorenzo è un ragazzo come tanti che oltre all’azzurro della maglia ha ritrovato anche il calore di una famiglia assaporata poco, troppo poco per i suoi gusti, negli ultimi due anni vissuti tra Foggia e Pescara. Mamma e papà, dunque, che a quanto pare potrebbero anche sistemarsi sulle tribune di Dimaro, nei prossimi giorni, per una sorta di mini vacanza-ritiro in Val di Sole.
CAPITANO-CHIOCCIA– L’arrivo a Castelvolturno, dicevamo: il gruppetto di ragazzi e tifosi che hanno sfidato i colpi del caldo (tremendo) e del sole (implacabile) lo ha riconosciuto e acclamato. Vai e poi ancora: e giù un coretto di Insigne-Insigne. Ha sorriso, lui, il destinatario dell’attenzione, ma poi s’è catapultato negli spogliatoi: tanti compagni li conosceva già, ad altri invece s’è presentato, e le prime chiacchierate sono state con Vitale, collega di vecchia data, e poi con Cannavaro: il rapporto tra i due, del resto, è solido da sempre, e anzi lo stesso Insigne ha raccontato tempo fa di come il capitano lo abbia sempre incoraggiato a non sentirsi mai arrivato e di continuare a lavorare duro sia ai tempi di Foggia sia a quelli di Pescara. Ora potrà seguirlo da vicino.
I MAESTRI- Tempi recenti e luminosi: 19 gol in Puglia, 18 in Abruzzo e sempre con Zeman. Il boemo. E ora? Da un maestro a un altro, Walter Mazzarri: da un uomo dell’Est a un toscano verace, cui spetterà il compito di dosare, gestire con la consueta sapienza e dunque consacrare definitivamente il talento puro, cristallino, di quello che in tanti, e a ragione, considerano un potenziale fenomeno. Il cerchio si chiuderebbe come neanche quello di Giotto: fu proprio Mazzarri, infatti, a far esordire Insigne in serie A il 24 gennaio 2010, a Livorno. A diciotto anni.
IN FORMA– Suggestioni e speranze, insomma. E poi i test atletici: i primi risultati, le prime risposte sono state più che buone. E anche la forma è stata ritenuta ottima: segno che la professionalità e la serietà non sono andate in vacanze anche dopo la fine del campionato. Del resto il manager di Insigne, Antonio Ottaiano, ha sempre insistito molto sulla cura del fisico anche nel bel mezzo delle pause estive: un concetto che Lorenzo ha dimostrato di aver assorbito totalmente.
L’ULTIMO BACIO– Dopo il lavoro con i compagni, poi, il gioiellino azzurro è risalito in macchina con mamma e papà, sfruttando la possibilità della serata libera offerta da Mazzarri, e poi è tornato a casa. Per uscire con la sua ragazza: l’ultimo bacio (per un paio di settimane) prima di partire per il ritiro di Dimaro, dove tanti occhi saranno puntati su di lui. Niente gelosie, sia chiaro: tutto sommato l’amore per il calcio è un’altra cosa.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.
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