Il mister degli azzurri in conferenza:
«Aspettiamo questa partita con una gran voglia di giocarla, la aspettiamo chiusi qui a Castelvolturno. La sfida con il Siena è più difficile persino della gara d’andata contro il Chelsea. Ci siamo complicati la vita in Toscana e adesso dobbiamo recuperare quello svantaggio, con pazienza e malizia». Mazzarri avvolge la vigilia di Napoli-Siena, la sfida di Coppa Italia che calamita attese enormi, che ruba il sonno all’universo azzurro, forse proprio il match clou di questa stagione. La gara che non si può sbagliare, per niente al mondo. Il tecnico azzurro non è un sudario di certezze e serenità: «Non so ancora chi giocherà perché devo verificare le condizioni di Lavezzi, Maggio e Cavani. Il Pocho è quello che mi preoccupa di meno, sicuramente giocherà dall’inizio. Sarebbe importante pure il recupero di Maggio, ha riposato con l’Udinese e per noi è un elemento prezioso. La posta in palio è altissima. La Coppa non vale uno scudetto, ma per una società in crescita come la nostra sarebbe un trofeo molto bello da vincere».
Non c’è spazio per effetti speciali e drammaticità nelle parole del tecnico. Il suo Napoli non deve fare cose eccezionali questa sera per accedere alla finale dell’Olimpico: gli basta vincere (senza subire gol). Mazzarri fa sapere che sceglierà questa mattina chi far giocare in attacco (anche Pandev è in dubbio, ha avuto un attacco influenzale nella notte) e fa intendere che punterà su uomini e schemi abituali. Saranno gli altri, eventualmente, a mutare schemi e atteggiamento. «Sono sicuro che possiamo farcela. Ma dovremo avere lucidità e tranquillità: non siamo bravi a giocare gare del genere, dove siamo i favoriti, avvertiamo la pressione. C’è bisogno di cinismo e dell’aiuto del pubblico. Deve sostenerci e avere la nostra stessa pazienza».
Mazzarri ha lavorato per ridurre questa notte ad un appuntamento abituale, uno in più, non certo la gara che mette in gioco i destini degli uomini e del club. Soprattutto nessuno spazio all’idea che questa sia la prova da cui dipende il giudizio sulla sua stagione in azzurro: «Non è così, io sono già felice di essere arrivato a marzo in corsa in tutte e tre le manifestazioni – tuona un po’ infastidito -. I bilanci si fanno alla fine non certo adesso».
Sottile e profondo il lavoro fatto dall’allenatore per togliere dalle menti l’eco amaro del ko di Chelsea: «Per me è una ferita ancora aperta, spero che non lo sia più per i miei ragazzi». Infine secca la risposta sul suo futuro: «Io all’Inter? Non è vero. Se poi a Milano dove lunedì ho ritirato un premio ho cenato con il mio avvocato, questi sono solo fatti miei».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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