Da uomo in blues, il 3 a 1 contro il Chelsea è l’unica cosa che poteva permettermi di accettare il «no Blues» urlato dal San Paolo con la voce delle grandi occasioni: a noi ce piace ‘o blues. E ci piace battere i Blues così. Da grandi campioni pronti a conquistare l’Europa, o almeno a vedersela alla pari con le grandi.
Un giornale inglese, con un gioco di parole, ha titolato: «Gioca a Napoli e poi muori», parafrasando l’antico «Vedi Napoli e poi muori», constatando la supremazia dell’asse Lavezzi-Cavani, i muscoli e il cuore, la tecnica e la fantasia di un team che ha già fatto il miracolo, portandoci sin qui.
In queste occasioni viene a galla la differenza tra il Napoli e tutte le altre squadre: noi siamo molto più di una semplice squadra, siamo il golfo mistico dei sogni di un popolo, siamo il grido strozzato di generazioni alla ricerca di un premio che non veniva mai e che solo Diego – sempre sia lodato – fu capace di consegnarci.
Nell’era d. M. – dopo Maradona – ci hanno spiegato che dovevamo considerare quei giorni come un’eccezione, che la nostra quotidianità calcistica doveva essere simile a quella della città, non certo da campioni.
Ma la squadra ci ha dimostrato che non è così, che, nonostante un campionato non proprio esaltante, ci sono sfide cruciali in cui i mascalzoni latini vestiti d’azzurro sono goleador imprendibili, masanielli capaci di ogni impresa, vendicatori dei sogni rubati e repressi, combattenti senza pausa, lazzari felici che fanno felicissimi tutti quanti noi. E che l’eccezione può diventare regola, un Napoli vincente, magari simbolo di una città che da troppo tempo ha rinunciato a vincere.
De Laurentis, Mazzarri, i giocatori tutti sono i simboli di un riscatto possibile, e non solo sul prato verde, non solo in campo. Una squadra vincente per una città vincente? Certo, il calcio è un possibile oppio dei popoli, ma è anche vero che prima o poi, da qualche parte, bisognerà iniziare a vedere la fine della nuttata. E, sarà anche solo per il sorriso dei bambini che illuminano vicoli e piazza orgogliosi di un risultato da mille e una notte, ma sembra di intravedere un raggio di sole alla fine del tunnel.
Solo un miraggio? Un’illusione? Per oggi facciamo finta di no e, poi, se pure la nottata dovesse continuare infinita non sarebbe meglio avere qualche buon motivo, qualche specialissimo motivo, per rischiararla con i fuochi d’artificio di un’eccezionale Piedigrotta al San Paolo?
A noi ci piace ‘o Blues, a noi ci piace battere i Blues così: vai Napoli, vai mo’.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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