Verso il no allo stadio a Ponticelli e alla riqualificazione del San Paolo così come descritta nella manifestazione di interesse presentata da un gruppo di imprenditori guidati da Marilù Faraone Mennella. «La mia non è una promessa ma un impegno: Napoli deve avere uno stadio nuovo o un San Paolo degno della città» ha ripetuto spesso il sindaco Luigi de Magistris. Di tempo per realizzare la promessa ce ne è in abbondanza, più di tre anni, tuttavia occorre accelerare e chiarire come stanno le cose. Soprattutto alla luce della probabile bocciatura del nuovo impianto. Al momento insiste tutto sulla vetusta struttura di Fuorigrotta, pericolosa per chi lo frequenta da tifoso soprattutto nei grandi appuntamenti. Tribune ostaggio di gruppi che hanno militarizzato le postazioni a discapito di chi ha il biglietto numerato, servizi inesistenti e l’avventurosa uscita dall’impianto al termine delle gare che mette letteralmente a rischio la vita. Appena fuori si è travolti da un mare di auto e motorini. Prima che ci scappi l’incidente serio, prima che il fato smetta di assistere benevolmente la città facendo solo presagire i disastri che potrebbero verificarsi è urgente mettere mano alla questione.
Dunque, la commissione che deve valutare il concept dello stadio a forma di conchiglia da fare a Ponticelli è orientata a dire no. Ci sono almeno due motivi che trapelano e che giustificherebbero la decisione. Il primo è che l’allargamento della zona rossa per il rischio Vesuvio ha risucchiato dentro il perimetro dove dovrebbe sorgere lo stadio; in seconda battuta non c’è accordo con la società. Nella sostanza il patron Aurelio De Laurentiis non vuole trasferirsi e senza il suo sì nessun impianto nuovo o vecchio che sia può essere sostenuto finanziariamente, mancherebbe il know how. Entro il 31 marzo si dovrebbe sapere qualcosa di più certo. La stessa imprenditrice ha dichiarato che se per quella data non arrivano risposte, che sia un sì o un no, ritirerà il progetto. Visto che l’iter è agli sgoccioli, ma secondo alcune indiscrezioni che trapelano da Palazzo San Giacomo addirittura il risultato delle analisi della commissione sarebbe già stato consegnato ai vertici del Comune, urge capire che piega prenderà la questione del nuovo stadio. Tra le altre motivazioni che spuntano fuori ci sarebbe quella di una carenza di informazioni a livello amministrativo nello stesso progetto. Questo fatto – se confermato – potrebbe tenere aperto qualche spiraglio per l’impianto di Ponticelli. Nel senso che il gruppo imprenditoriale in questione potrebbe integrare i carteggi che sarebbero carenti e ridare nuova linfa e ambizioni al progetto stesso.
Torniamo al San Paolo, perché il sindaco Luigi de Magistris e il patron del Calcio Napoli al termine della gara di domenica scorsa si sono incontrati. Un face to face turbolento ed esuberante come la natura dei due caratteri. C’è un paradosso che non si riesce a togliere di mezzo. Come è noto c’è un accordo contabile che hanno raggiunto Comune e società sulla questione del debito che il calcio Napoli ha con Palazzo San Giacomo. Accordo da oltre 1,6 milioni. Ebbene non si riesce a chiuderlo concretamente anche qui per carenze di informazioni reciproche. De Laurentiis accusa il Comune di lentezza burocratica, dall’amministrazione invece ritengono che la società non abbia prodotto tutte le certificazioni richieste, a cominciare dagli incassi collegati alla pubblicità. Senza una rendicontazione certa gli uffici e i dirigenti non vogliono firmare l’accordo. Chi ha ragione? Chi ha torto? Conta poco per i napoletani, quei soldi servirebbero per mettere in sicurezza l’impianto.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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