La proposta è stata presentata a Palazzo San Giacomo alle 11.30 di ieri, con novanta minuti di anticipo — manco a dirlo, la durata di una partita di calcio — della scadenza del termine fissato per le 13. Come previsto, alla manifestazione d’interesse bandita dal Comune per la realizzazione di un nuovo stadio e il contestuale recupero del San Paolo ha risposto solo la Idis spa, che fa capo all’imprenditrice napoletana Marilù Faraone Mennella, moglie dell’ex presidente nazionale di Confindustria Antonio D’Amato. Non si sono fatti avanti altri imprenditori, neanche quelli, come la Astaldi, che nei giorni scorsi avevano sondato la possibilità di ottenere una proroga del termine, ipotesi però mai presa in considerazione dell’amministrazione. Il progetto della Idis prevede un investimento di circa 700 milioni (ma la cifra non è ufficiale) per la costruzione del nuovo impianto, da circa 50 mila posti, nella zona di Ponticelli, l’area dove la cordata guidata da Faraone Mennella ha già in cantiere le iniziative del consorzio “Naplest”. Ad affiancare Idis nella proposta di project financing ci sono Aedes, una delle principali società italiane di investimenti immobiliari, quotata in Borsa, e la friulana Cimolai, azienda specializzata in costruzioni metalliche che ha realizzato lo stadio di Varsavia, l’Olimpico di Atene e il Soccer City di Johannesburg. Cauto il sindaco de Magistris: «Abbiamo fatto un grande passo in avanti. C’è un progetto, poteva non essercene nessuno. Certo, se ce ne fossero stati di più sarebbe stato meglio», commenta. Adesso la parola passa alla commissione di valutazione del Comune. Sul suo sito, l’associazione “Napoli punto a capo” solleva riserve sul fatto che sia stata presentata una sola proposta. «Il progetto della Mennella fu presentato prima di attivare la manifestazione di interesse», scrivono i responsabili di “Napoli punto a capo”, aggiungendo che nei giorni scorsi erano circolate indiscrezioni di stampa sul fatto che non erano arrivati altri progetti. Da parte sua de Magistris sottolinea: «È stata utilizzata una procedura trasparente, ora c’è una proposta. I giochi non sono chiusi anche per chi eventualmente ha manifestato la volontà di esserci. I tempi però andavano rispettati. Vediamo ora cosa succederà». Ma resta innanzitutto da sciogliere il nodo dei rapporti con il Calcio Napoli. La manifestazione d’interesse prevede espressamente che la proposta progettuale debba definire il rapporto con le società sportive «attuali o future utilizzatrici dell’impianto ». E in ogni caso, i lavori al San Paolo dovranno iniziare dopo «il completamento o la messa in esercizio» del nuovo stadio, così da «permettere senza interruzioni lo svolgimento delle competizioni della squadra cittadina». Ieri la società del Napoli non ha commentato. La scorsa estate però, durante un incontro con i tifosi a Dimaro, il presidente Aurelio De Laurentiis aveva lanciato strali pesantissimi contro il sindaco che, a suo dire, aveva ottenuto sostegno elettorale da Marilù Faraone Mennella. Affermazioni diffuse dal sito “Il Napolista” e poi acquisite dalla Procura. La linea del club al momento resta quella di attendere l’approvazione della nuova legge ancora ferma in Parlamento. Afferma de Magistris: «Dobbiamo parlare anche con il presidente De Laurentiis, con il quale ho un ottimo rapporto. Le cose si devono fare insieme. Questa è una partita che deve essere ampia e condivisa, non sono prove muscolari». E il silenzio in cui da un paio di mesi si è chiuso de Laurentiis? «Certe volte — scherza de Magistris — non riesco a interpretare le parole delle persone, figuriamoci i silenzi. Bisognerebbe chiedere a lui».
Fonte: La Repubblica
La Redazione
L.D.M.
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