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Nuovo stadio, ecco il progetto da 700 milioni e cinquemila posti di lavoro

C’è il progetto e ci sono i soldi ma manca l’accordo con l’inquilino, il patron del Calcio Napoli Aurelio De Laurentiis. Il progetto nuovo stadio è targato Marilù Faraone Mennella, 700 milioni di piano finanziario, 5000 posti di lavoro. Un project financing che prevede un nuovo e polifunzionale impianto a Ponticelli e un revamping totale del San Paolo. Cosa farà dunque De Laurentiis? E quando la commissione comunale che dovrà valutare il progetto della Idis, appunto il gruppo Faraone Mennella, si insedierà?
Cominciamo dal patron, in silenzio ormai da un paio di mesi, sulla vicenda stadio le ultime sue parole sono state categoriche: «La nostra casa è il San Paolo». Un no netto? Nessuno lo può dire. De Laurentiis attende speranzoso che il governo vari la cosiddetta legge sugli stadi, che darebbe ai titolari delle squadre di calcio cittadine maggiore potere di contrattazione con gli enti locali. Ma persino il presidente della Lega calcio Beretta è sfiduciato: «Spero in un sussulto in zona Cesarini, ma la legge potrebbe saltare». Del resto il governo Monti esattamente un anno fa, quindi al suo battesimo, fra le prime misure messe in campo per il rilancio dell’economia varò il rafforzamento del project financing, cioè il maggiore coinvolgimento dei privati nella creazione delle infrastrutture. La legge sugli stadi prevede l’intervento del credito sportivo, un ente pubblico. Nella sostanza dei soldi dello Stato. Con questa crisi appare difficile un inversione di rotta in quella direzione.
Cosa sta facendo il sindaco Luigi de Magistris per dipanare la matassa? «Ci sarà un dialogo sempre più forte nelle prossime settimane e nei prossimi mesi con il presidente De Laurentiis». Il ragionamento del primo cittadino è questo: «L’unica offerta presentata, anche se da un cartello di imprenditori, sarà valutata da una commissione. Con il presidente il rapporto è buono, stiamo andando avanti insieme su vari fronti. Poi è chiaro che lo stadio deve avere il consenso dei due soggetti principalmente coinvolti, la società di calcio e il Comune». Difficile immaginare una rottura con il gruppo Faraone Menella impegnato in massicci investimenti in varie aree della città. Facile, invece, che De Magistris cercherà fino a quando sarà possibile, massimo un paio di mesi, di sondare De Laurentiis perché almeno valuti l’idea di un nuovo stadio. Il San Paolo così come è da rottamare non dipende dalla volontà di nessuno degli attori, può accadere in qualsiasi momento che non arrivi un’autorizzazione dei vigili del fuoco o di altri enti. Una nuova agibilità la si potrebbe ottenere solo se si garantisce un nuovo impianto in tempi stretti tamponando alla meglio ciò che è decadente. Al di là di questo per de Magistris vale quello che ripete da sempre: «A Napoli serve una nuova struttura polifunzionale». Non un auspicio ma una promessa, quindi un dato politico. Il sindaco dovrà sciogliere – nella sostanza – l’interrogativo che è la madre di tutte le battaglie: la città vuole un nuovo stadio? Se sì allora il Comune dovrà agire di conseguenza.
Capitolo commissione. Oggi il capo di gabinetto Attilio Auricchio comincerà a metterci mano. Sarà composta da professionalità interne. Toccherà alla commissione dire sì o no al progetto della Idis e dare i tempi eventuali di realizzazione.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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