Qualcosa c’è già di concreto, come per esempio delle proiezioni sui costi e sulla capienza. E ci sono anche idee abbastanza chiare su chi metterà i soldi: di sicuro non il pubblico, ovvero Palazzo San Giacomo. A 48 ore dal faccia a faccia fra il sindaco Luigi de Magistris e il presidente del calcio Napoli Aurelio De Laurentiis, la discussione sulla costruzione di un nuovo stadio in città e il contestuale restauro del San Paolo per scopi sportivi e musicali ma non calcistici, è letteralmente esplosa.
Procediamo con ordine. Il punto di partenza è il diktat di de Magistris: «Entro la fine del mio mandato ci sarà il nuovo impianto, entro l’estate dovremmo avere concluso l’iter progettuale. Invece subito partiremo con la manifestazione di interesse pubblico e vogliamo ascoltare anche i napoletani cosa ne pensano. Una cosa è certa il tema è trasversale, ovunque vada e chiunque incontri di destra, sinistra e centro tutti mi chiedono un nuovo stadio». Facciamo due conti. Uno stadio con una capienza da 60-70mila spettatori costa intorno ai 110milioni di euro. Ma l’impatto sull’area prescelta sarà almeno del doppio. Il business è questo non l’impianto, la riqualificazione e quello che ci sarà intorno. A Torino la Juve, oltre ai ristoranti e ai luoghi di ritrovo, per esempio, ha costruito un immobile divenuto la sede del suo principale sponsor tecnico. La cui vendita ha quasi del tutto ammortizzato i costi vivi dell’impianto. Il modello torinese intriga, quello teutonico affascina, l’Allianz Arena di Monaco è un vero e proprio esempio di come fare soldi e regalare ai cittadini un impianto che lavora 365 giorni all’anno e non solo durante le partite. «Il mio impegno e quello del presidente del Napoli – racconta il sindaco – è che entro la fine di questa consiliatura ci sia lo stadio e nessuna area è esclusa a priori». Le cose stano così, però la riflessione da fare è un’altra. In pole position resta Ponticelli, non tanto per particolari simpatie, ma per l’opportunità che offre. Li c’è la Circumvesuviana e la ferrovia, ci sono le autostrade e lo spazio. Ma soprattutto un bacino di utenza tre volte superiore a Fuorigrotta che abbraccia tutto il vesuviano e oltre. Si parla di 3-4 milioni di fruitori del nuovo impianto. Li gli investitori avrebbero buon gioco nell’ammortizzare i costi e puntare diritti al recupero dei fondi con interessi. Il San Paolo per recuperarlo richiederebbe 30 milioni di euro, resterebbe di proprietà del Comune e soprattutto non potrebbe essere trasformato in maniera tale da funzionare tutta la settimana. E poiché i soldi li mettono i privati non ci sono interessi per questa operazione. Piuttosto che dovrà costruire il nuovo stadio dovrà farsi carco anche dello storico impianto di Fuorigrotta. Scampia come sito è una suggestione e poco più. Perché non ci sono investitori disposti a esporsi in quell’area che in termini di bacino non dà le garanzie necessarie. Pur avendo una rete di infrastrutture invidiabile.
«Con il presidente – insiste il sindaco – abbiamo convenuto di mettere in campo tutte le azioni che servono per la sua realizzazione. È il sogno di tutti avere uno stadio all’altezza del livello internazionale al quale è arrivato il Napoli. E io ho tanta voglia di inauguralo alla fine del mio mandato». De Magistris lancia l’ennesima sfida: «Serve che tutti passino dalle chiacchiere ai fatti, non solo i politici, ma anche gli imprenditori». Ci mette la faccia il sindaco e non teme brutte figure: «Non faccio il sindaco di Napoli per scaldare una poltrona. Sapevo che amministrare la città sarebbe stato un impegno difficile, credo sia una delle cose più complicate. Io, però, lo faccio, cercando di raggiungere il meglio dei risultati possibili. L’obiettivo di realizzare lo stadio lo raggiungeremo». Trasparenza re gole, il primo cittadino batte su questo tasto: «Non c’è un’area già individuata dal Comune, la manifestazione di interesse sarà a zone aperte. Non sfugge a nessuno che i posti dove concretamente si può fare lo stadio sono due o tre. Ma non c’è un posto già individuato né vincolato dal progetto».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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