Il San Paolo s’illumina d’azzurro solo sei giorni dopo l’Euroleague, con l’Aik Solna fagocitato nel primo turno, da quello che ormai può definirsi il lato B del Napoli. Ricordate i vecchi 45 giri? La canzone di punta era quella sul lato A, ma a volte anche l’altro riservava motivi sorprendenti, addirittura pezzi che nel gradimento superavano quello di spicco. Buona quindi l’ultima di notte (vabbè sera, visto che s’è giocata alle 19), in souplesse, spensierata e divertente però per i pochi intimi, poco meno di 17mila sugli spalti. Peccato, un vero peccato.
PUBBLICO GIU’ – Al di là della godibilità dell’evento, va purtroppo rimarcato che il pubblico è un po’ scivolato fra le maglie di un carnet piuttosto fitto, che contemplava tre partite casalinghe, quali che siano, in soli dieci giorni. A partire da Napoli-Parma di domenica 16, per finire a quella di stasera. Tutto ciò, unito al perdurante stato di crisi (in tempi di magra lo spettacolo è tra i primi a perdere colpi) ha fatto sì che, se proprio vogliamo tradurre i pensieri in cifre, ci fossero 32mila presenti per Napoli-Fiorentina, 31mila per il match col Parma, e addirittura quasi la metà di questi per la “prima” in Europa. Solo nel 2009 s’era verificato un avvio più in sordina, con circa 28mila spettatori di media per il primo trittico casalingo.
RISULTATI SU – E non si può dire che il Napoli non abbia “riscaldato”, incentivato il suo pubblico. Dieci punti per la prima quaterna d’impegni in calendario (a seguito di ben quattro amichevoli vinte: Leverkusen, Bordeaux, Braga ed Olympiakos) rappresentano già un bel modo di andare, per una compagine partita coi piedi e l’appetito giusti. Stando così le cose, non è poi troppo azzardato affermare che le presenze in quel di Fuorigrotta siano state inversamente proporzionali alla “sgommata” iniziale della Mazzarri-band. Cioè, risultati migliori ma meno presenze. In controtendenza cioè a quello che ha mostrato il Napoli formato 2012/13, un Napoli ancora più deciso e motivato di quelli precedenti, sempre in versione Mazzarri (tralasciando lo stop di un Catania da barricate), che sa ancora meglio il fatto suo e che riesce soprattutto ad essere in casa come tutti lo vorrebbero. Cinico, redditizio e spettacolare, per ora. Sicché il tecnico confida ancora una volta, come in tante altre occasioni, nell’aiuto d’un pubblico spesso rivelatosi come una preziosa “overdrive”. Anche in qualche momento d’impasse.
OTTIMISMO – Se il botteghino poi piange un po’, non sorride nemmeno la vendita degli abbonamenti, fermi tra gli undici e i dodicimila. Pochini davvero (ci sarebbero poco più di dieci giorni per rimediare) ma per adesso il trend è questo e non pare proprio che la cosa possa essere imputata ad un calo di affezione. Napoli-Lazio potrebbe perciò rappresentare l’occasione giusta per provare ad invertire la tendenza. Nel senso che stavolta già si potrebbe tornare a scavalcare il muro delle 35mila presenze e, in caso di successo azzurro, potrebbe altresì verificarsi un’impennata nella campagna abbonamenti. Posto che, un San Paolo con oltre 35mila spettatori rappresenta già un bel colpo d’occhio, bisogna procedere sull’onda dell’ottimismo, dell’emozione per il “tu per tu” con la squadra, linfa vitale al prosieguo di una stagione fitta d’impegni tra le mura amiche.
LA SFIDA – Tanto più se il Napoli dovesse lanciare definitivamente la sfida al campionato. Il “dodicesimo uomo” potrebbe, come tante altre volte, rappresentare il grimaldello giusto, l’arma in più, per venire a capo di una compagine (quella biancoceleste) nelle ultime stagioni piuttosto ostica. Senza andare troppo addietro nel tempo, un anno fa vani furono gli assalti al bunker laziale preparato da Reja, con la complicità di un Marchetti insuperabile. Finì 0-0 davanti a 31mila spettatori. Stanotte già ne saranno di più.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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