Vitamina C: perché ci sono Hamsik e Higuain, il fattore H, ma c’è anche José Maria Callejon, due reti per cominciare e presentarsi al Napoli in maniera da non avere alcun dubbio su quell’investimento da dieci milioni di euro. Un po’ mediano ed un po’ tornante, nel lessico moderno l’esterno di fascia, quello che ara la corsia; un gregario di lusso, non certo un portatore di borraccia; un pensatore defilato o persino un intellettuale della giocata, perché non c’è banalità nell’esecuzione del mandato esplorativo. Callejon, quelli che una volta si chiamavano ali e ti consentivano di volare, sognando anche un po’. Callejon quelli che ora sono jolly, perché consentono ad un allenatore (che l’ha voluto) di modellare la squadra e le fasi della partita da affrontare attraverso le caratteristiche tanto varie di un calciatore che ti dà sempre qualcosa. Qualcosa in più di quello che ti aspetti. Callejon e la variabile tattica che è partito a testa alta ed ha deciso di rappresentare (negli equilibri da assecondare) il valore aggiunto, uscendo dal cono d’ombra di quella corsia che lascia un po’ defilati e prendendosi la scena di slancio, al netto d’ogni eccesso, lasciandosi guidare dall’istinto e andando dove lo porta il codice-Benitez.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
L.D.M.
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