«I tifosi proveremo a riconquistarli coi risultati». Così s’è espresso Gaetano Fontana, tecnico della Nocerina, subito dopo il successo di domenica scorsa contro L’Aquila, maturato in un “San Francesco” deserto (219 spettatori). Il problema è che nemmeno le vittorie bastano e basteranno per ricucire uno strappo che i tifosi considerano troppo profondo. Dopo il 10 novembre, infatti, la squadra rossonera s’è svegliata dal torpore d’inizio stagione: due partite, due successi fatti di tenacia, carattere e organizzazione. Il paradosso è che prima perdeva e veniva applaudita da almeno 3000 spettatori, ora vince e si ritrova a gioire con gli spalti vuoti.
ORGOGLIO – Si chiama orgoglio e nel codice ultrà vale più dei risultati, dell’amore per la propria squadra e della propria terra. Secondo quelli rossoneri, la società l’avrebbe tradito(?) riconoscendo di avere ricevuto minacce di morte in quella assurda domenica mattina a Mercato San Severino prima della partenza per l’Arechi. Come se non fosse accaduto niente, come se la “farsa” non avesse avuto un movente. Quello che calciatori e dirigenti il 10 novembre scorso hanno avvertito come pressione per i tifosi è solo “passione” e “richiesta civile di un gesto eclatante”.
OLTRANZA – Di qui, la frase che ormai pronunciano tutti: «Nocera merita rispetto». Non solo gli ultrà: pure la gente che ha un rapporto meno intenso con il calcio e che ormai ne fa una questione di principio, di attaccamento al territorio. Per questo domenica scorsa l’impianto sportivo l’hanno disertato quasi tutti, perfino i circa 600 abbonati. E la protesta andrà avanti ad oltranza, fino a quando l’attuale società sarà in carica.
COMUNICATO – Ieri un altro comunicato dei gruppi organizzati è arrivato a conferma: «La Curva Sud ringrazia tutti coloro che hanno aderito alla nostra protesta disertando lo stadio. La nostra unica colpa è quella di amare Nocera e il nostro auspicio è di vedere lo stadio sempre più vuoto finché questa società sarà in carica. Totale indifferenza verso chi, senza alcuno scrupolo, ha infangato il proprio popolo».
REAZIONE – Si è al corto circuito, insomma. E le reazioni della società sono sempre più infastidite. Ieri ha parlato il direttore sportivo, Pavarese: «We play for you è il motto della Nocerina. Giocare per noi stessi non ha senso. Andiamo avanti consapevoli di avere la coscienza pulita. L’unica battaglia che ho perso – il ds si rifà a Che Guevara – è quella che non ho combattuto».
Fonte: Corriere dello Sport.
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