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Nino D’Angelo: “Nuovo inno pronto, se il Napoli supera il turno lo metto in rete”

"Il Napoli si tenga stretto Sarri, grande allenatore"

Il ragazzo della curva B non sarà al San Paolo, stasera. Né in curva, né in tribuna, come era solito fare fino a qualche anno fa. «Non ci vado più, da molto tempo. La partita la vedrò comodamente dal divano di casa» annuncia Nino D’Angelo a Il Mattino. E comunque, per lui, la sfida azzurra degli ottavi di Champions con i galacticos di Madrid resta una gara aperta, nonostante i tre gol subiti in Spagna.

«Sento che il Napoli ce la può fare, se gioca come ha fatto a Roma e non come ha fatto con la Juventus in Coppa Italia».

Se la sente di azzardare un pronostico?
«Non sia mai. Può succedere di tutto. Abbiamo un attacco che fa paura. Abbiamo un gioco che porta a fare gol, ma pure a subirne».

E quindi?
«Il primo obiettivo è non prendere gol, nemmeno uno».

Da quand’è che non va allo stadio?
«Da quando non usarono più la mia canzone come inno del Napoli».

Ora ne ha fatto un altro di inno. È vero?
«L’ho fatto per me, per ascoltarlo da solo. Però adesso faccio un voto: se il Napoli vince, da domani lo metto in Rete, a gratis, per tutti».

Intanto il 24 giugno canterà proprio al San Paolo. Emozionato?
«Sì. È sempre stato il mio sogno. Il 21 giugno sarà il mio compleanno e il sabato successivo festeggio i miei sessant’anni con il pubblico allo stadio. Sarà un concerto 6.0».

Ci sono state polemiche sui social perché lei ha trattato direttamente con Claudio de Magistris?
«E che c’è di male? Ho detto la verità. Purtroppo c’è sempre qualche nemico che trova il pelo nell’uovo».

Che ricordi ha delle partite viste al San Paolo?
«Ho visto il Napoli in serie B, quando andavo con mio nonno, nei primi anni Sessanta. Poi il Napoli di Maradona, le sue prodezze, gli scudetti, dalla tribuna. Facevo l’abbonamento per tutti i miei fratelli. Lo seguivo, quando potevo, in trasferta. Ho visto tutto e adesso nella curva B vado a fare un concerto».

Sono soddisfazioni. Come le sembra questo Napoli?
«È una squadra più completa rispetto a un anno fa. Ha una rosa più forte e se Higuian non fosse stato ceduto non ce ne sarebbe stato per nessuno».

Chi le piace tra i giocatori?
«Tutti, ma in particolare Hamsik che è ormai un napoletano acquisito. E poi Mertens, Koulibaly, anche se ultimamente non è proprio in forma, Zielinski e Rog che si sta dimostrando una grande scoperta. È un Napoli che deve giocare senza distrarsi e senza stare a recriminare sugli arbitraggi. Certo, ci danno troppi rigori contro, però pure gli azzurri qualche volta giocano male. E, tra l’altro, mi sono pure scocciato di sentire sempre dire che dobbiamo crescere, dobbiamo crescere. Siamo cresciuti, ora dobbiamo solo vincere. E abbiamo tutte le carte per farlo».

Che consigli darebbe alla società?
«Di tenersi caro caro Sarri. Non è solo un allenatore, è anche un papà, un uomo intelligente. Ha un carattere schietto che mi piace. Purtroppo le persone come lui spesso sono criticate anche senza un vero motivo. La verità è che se abbiamo un parco giocatori forte e anche grazie a lui, alle sue scelte».

Quindi non le piacciono le critiche che gli fa il presidente Aurelio De Laurentiis?
«De Laurentiis fa bene a criticare, ma non deve farlo in pubblico, ma in una stanza, lontano dai microfoni. Certe cose si discutono nello spogliatoio. Questo è un Napoli che, per fortuna e per bravura, perde raramente».

Tornando alla partita con il Real Madrid, che atteggiamento consiglia alla squadra?
«Deve approfittare del fattore campo, del grande sostegno del pubblico napoletano. Ci siamo anche noi, allo stadio e a casa a dare forza. Abbiamo grandi giocatori, ma non devono giocare come hanno fatto a Madrid dove si sono sentiti intimiditi avendo di fronte uno squadrone. Magari, la fortuna ci aiuta».

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