La notizia che tutti attendevano è arrivata attorno alle 22. Christian Obodo è stato liberato ed è in buone condizioni di salute. Il 28enne centrocampista nigeriano dell’Udinese (nel 2011-12 in prestito al Lecce), rapito ieri mattina in un sobborgo della sua città natale, Warri, mentre andava in chiesa, è stato rilasciato: le circostanze non sono ancora chiare. Le fonti locali parlando di un blitz militare che ha portato anche alla cattura di alcuni rapitori, ma le prime notizie filtrate dall’ambito familiare del giocatore lasciavano chiaramente intendere che fosse stato pagato un riscatto. Si è chiusa così una giornata convulsa ma sempre improntata alla speranza. “Ringrazio Dio. Ora non posso dire nient’altro, soltanto grazie a Dio”. Queste le prime parole – riportate dall’agenzia Ansa – di Christian Obodo dopo la liberazione, come riferite dal fratello Kenneth.
L’ATTESA — “Confermiamo che sabato Obodo è stato rapito a Effurum, nei pressi di Warri: stiamo facendo tutto il possibile per garantire che sarà liberato incolume – aveva detto il portavoce della polizia dello stato del Delta (la Nigeria è una repubblica federale,n.d.r.), Charles Muka -. Siamo molto fiduciosi di poterlo liberare. Lavoriamo a stretto contatto con tutte le altre agenzie di sicurezza, compresi i gruppi di vigilantes locali e le comunità. Stiamo setacciando ovunque”.
IL RAPIMENTO — Obodo è stato fermato ieri mattina da un gruppo di uomini armati mentre era a bordo della sua auto diretto in chiesa. I rapitori lo hanno costretto a scendere e fatto salire sul loro veicolo, che pare avesse attirato la loro attenzione per la targa personalizzata. Successivamente i sequestratori hanno telefonato alla madre del giocatore chiedendo un riscatto attorno ai 150mila euro.
IL BLITZ — Il sito del quotidiano “The Nation” riferisce che i commando della Delta force della polizia di Stato nigeriana hanno effettuato un blitz per liberare Obodo nella zona di Isoko, nello Stato nigeriano del Delta del Niger. Almeno 8 persone sarebbero state arrestate.
Fonte: Gazzetta.it
La Redazione
S.D.
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