A La Tribù del Calcio, Nicola Berti, amatissimo ex centrocampista dell’Inter, racconta gli anni della sua indimenticabile esperienza in nerazzurro. Amore a prima vista, nato nell’estate del 1988, e ancora vivo tra i tifosi nerazzurri, anche perché ha rappresentato una sorta di ‘esorcista’ per il nemico rossonero. “Nella stagione 1988-89 ero cercato da tutti i club d’Italia; la Fiorentina mi aveva venduto al Napoli, dove c’era Luciano Moggi, ma sapevo che l’Inter aveva bisogno di rilancio; allora rifiutai e andai all’Inter, felicemente visto che il primo anno vincemmo lo scudetto dei record, con 58 punti. Da lì in poi è nato questo amore meraviglioso”.
Berti rivela inoltre: “Arrivarono cinque giocatori nuovi, mezza squadra, con me, Bianchi, Matthaeus, Diaz; ma ci capimmo immediatamente. L’unica cosa che forse è mancato di questa Inter è stato un altro scudetto, quello del 1991 vinto dalla straordinaria Sampdoria di Vujadin Boskov. Ma quel tricolore potevamo vincerlo”. Il soprannome ‘cavallo pazzo’, ricorda, nasce “dalla corsa e dalla predisposizione agli inserimenti. Nascevo come attaccante nel Parma, ho sempre avuto questa dedizione agli inserimenti; fu Sven Goran Eriksson a mettermi a centrocampo alla Fiorentina, e quella fu la mia dimensione ideale. In mezzo al campo, a lottare, sono sensazioni straordinarie”.
Fonte: Tmw
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro